Lo scorso martedì 20 febbraio, il Tribunal Supremo spagnolo (più o meno la nostra Corte di Cassazione) ha confermato la sentenza emessa dall’Audiencia Nacional che condanna a 3 anni e 6 mesi di carcere il rapper Josep Miquel Arena Beltran, meglio noto come Valtonik. Le accuse, gravissime, sono di esaltazione del terrorismo, calunnie e ingiurie contro la Corona di Spagna e minacce. Tutta colpa del contenuto dei testi delle canzoni di Valtonik, pubblicate gratuitamente su internet. Respinta la linea difensiva impostata dai legali del rapper che avevano puntato sul significato simbolico, provocatorio, estremo e allegorico della musica rap.

Ma ora è l’opinione pubblica iberica a mobilitarsi, compresi alcuni rappresentanti del mondo politico, come il leader di Podemos Pablo Iglesias, parlando di ritorno alla censura contro la libertà di espressione come ai tempi della dittatura di Francisco Franco.

Le motivazioni della sentenza

Il Tribunal Supremo motiva la condanna del rapper Valtonik spiegando che i testi delle sue canzoni elogiano indiscutibilmente le azioni di organizzazioni terroristiche come Eta e Grapo. Testi che contengono anche frasi ingiuriose contro il Re di Spagna e minacce contro Jorge Campos, presidente del Circolo Baleari. Nessuna libertà di espressione, dunque, secondo i giudici, ma solo gravi reati. Insomma, Valtonik si sarebbe spinto troppo oltre, mettendosi a lodare l’uso della violenza da parte del terrorismo interno e incitando, in pratica, a reiterare atti violenti come attentati e omicidi.

Di fronte a questa durissima deliberazione, l’avvocato Joan Barata, esperto di diritto internazionale, parla senza mezzi termini di “sentenza sproporzionata”. Secondo Onu e Corte europea di giustizia, afferma il legale, non si può privare della libertà una persona che esprime solo le sue idee attraverso canzoni o testi scritti.

La reazione e i testi di Valtonik

“Diffusione!

È appena uscita la sentenza, mi hanno condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere per le canzoni. Libertà di espressione”, scrive Valtonik su Twitter il 22 febbraio per commentare la decisione del Tribunal Supremo. Il rapper originario di Mallorca ringrazia tutte le persone che stanno condividendo le sue canzoni sui social network. Testi molto duri, come l’augurio che i terroristi baschi dell’Eta mettano una bombe contro le famiglie dei catalani, ‘colpevoli’ di volere l’indipendenza da Madrid, oppure le accuse di fascismo verso le istituzioni spagnole, Corona compresa.

L’intervento di Pablo Iglesias

Per difendere quella che da buona parte dell’opinione pubblica iberica viene considerata semplice libertà espressione da parte di Valtonik, scende in campo anche Pablo Iglesias. “I corrotti a sciare e i rapper in galera. Spagna, 2018”, twitta il 20 febbraio il leader di Podemos, allegando un articolo di giornale e una foto di Valtonik.