Una delle notizie di cui si sta parlando molto nell’ultimo periodo è quella riguardante la sparizione di tre uomini napoletani in Messico, nello stato di Jalisco. Le persone coinvolte sono Raffaele Russo, il figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino.

Cosa è successo?

Ormai da un mese non si hanno notizie di Raffaele ed Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino, spariti da un giorno all’altro senza lasciare traccia. L’ultima notizia però getta certamente delle ombre sull'operato delle forze dell'ordine del popoloso Stato centramericano: è infatti quella riguardante la partecipazione attiva della polizia a questo fatto di cronaca, presunta colpevole perché avrebbe consegnato i tre italiani ad una banda criminale per una cifra irrisoria, mille pesos, equivalenti a circa 43 euro.

Cosa c’entra la polizia?

Francesco, figlio di Raffaele Russo e fratello di Antonio, è stato contattato dall’agenzia di stampa sudamericana EFE e ha dato alcune informazioni che si potrebbero rivelare fondamentali ai fini del caso, sostenendo che un tale conosciuto come Don Angel, presumibilmente collegato con il crimine organizzato, avrebbe avuto in consegna i suoi parenti e pagato 1000 pesos alla polizia, equivalenti a quarantatré euro.

Cosa sostengono le forze politiche di Jalisco?

Il segretario di Governo dello stato di Jalisco, Roberto Lopez Lara, ha ammesso che, dopo l'arresto dei quattro poliziotti, tra cui una donna, che hanno confessato di avere consegnato gli italiani a membri del crimine organizzato di Tecalitlan, le ricerche si stanno allargando ad altri tre poliziotti e un gruppo di civili per la sparizione dei tre napoletani, concludendo il discorso con il forte dubbio che i napoletani siano ancora vivi.

Vicende del genere, purtroppo, sono di tragica attualità in Messico, Paese in cui 33.153 persone sono scomparse, 197 delle quali straniere. Solo all'interno del piccolo paese di Jalisco si sono contate 2.917 persone registrate nel registro nazionale delle persone scomparse relativamente al 2017. I poliziotti sono stati arrestati con l’accusa di sparizione forzata di persone ed hanno ammesso di aver venduto i tre italiani ai criminali per quarantatré euro, sostenendo anche di non essere gli unici coinvolti nella vicenda, accusando altri tre poliziotti e diversi cittadini. La speranza è che gli italiani scomparsi riescano a tornare nel nostro paese, riuscendo a sopravvivere ad uno dei paesi più pericolosi al mondo.