Elisabeth Revol, ricoverata in ospedale, ha raccontato i giorni terribili e drammatici vissuti con il compagno Tomasz Mackiewicz sul monte Nanga Parbat. La donna, sopravvissuta per miracolo, combatte ora per evitare l’amputazione dei piedi, mentre il compagno di cordata non è mai stato trovato e risulta disperso.

La montagna killer

Il Nanga Parbat è uno delle formazioni montuose più imponenti di tutta la terra con i suoi 8126 metri di altezza. La montagna, situata in Pakistan, è al nono posto tra le più alte in assoluto. Tra gli scalatori è soprannominata “the killer mountain”, mentre gli abitanti del luogo usano riferirsi ad essa come la “montagna del diavolo” o “la mangiauomini”.

Questi soprannomi non sono affatto casuali. Infatti, è la seconda montagna al mondo per indice di mortalità, cioè il rapporto tra le vittime e gli scalatori arrivati sulla vetta, dietro solo al terribile Annapurna situato in Nepal.

La 'cecità da neve' di Tomasz

Elisabeth Revol dal suo letto d’ospedale nella cittadina francese di Sallanches ha raccontato i momenti difficili e le scelte che ha dovuto fare per salvarsi la vita. La donna era al suo quarto tentativo di scalare il Nanga Pàrbat, mentre Tomasz era al suo settimo. Partiti il 15 dicembre sono riusciti a raggiungere la vetta e proprio lì sopra sono cominciati i primi problemi. Il compagno della donna non ha potuto utilizzare la maschera e ha cominciato a manifestare i sintomi di una forte infiammazione all’occhio al punto di non riuscire a vedere quasi nulla.

Una discesa disperata

Per evitare di aggravare la situazione di Tomasz i due hanno deciso di tentare una discesa rapida. Ma dopo poco l’uomo ha cominciato a perdere le forze e a indebolirsi manifestando i sintomi di un gravissimo edema che gli ha comportato continue perdite di sangue dalla bocca. Elisabeth resasi conto che il suo compagno non era più in grado di proseguire ha aperto una comunicazione difficoltosa con i soccorsi.

Quest’ultimi gli hanno suggerito di scendere in solitaria almeno fino a quota 6000 metri e di far attendere Tomasz in cima per recuperarlo poi in un secondo momento attraverso l’elicottero.

Decidere di sopravvivere

Elisabeth in quel momento ha raccontato di aver cominciato a soffrire di allucinazioni. Tra le sue assurde visioni, delle persone che le portavano un tè caldo e una signora che le chiedeva gentilmente una delle sue scarpe.

Stremata, congelata e in preda al dolore decide di abbandonare il compagno per andare a cercare aiuto. La Revol trova la sua salvezza, a 6300 metri nelle vicinanze del campo 2, quando incontra i soccorritori Denis Urubko e Adam Bielecki. Non è stato possibile raggiungere la posizione di Tomasz per via di condizioni climatiche terribili che avrebbero messo a rischio la vita stessa dei soccorritori. Purtroppo, la logica induce a pensare che Tomasz non ce l’abbia fatta, ma il corpo non è stato trovato e l’uomo appare ancora come ufficialmente disperso.