Secondo la mamma di Pamela Masrtopietro l’ergastolo per gli assassini di sua figlia non sarebbe una pena sufficiente. Alessandra Verni, ancora comprensibilmente scossa dal brutale omicidio di Pamela, pronuncia queste parole durante la trasmissione di Rete 4 Quarto Grado, andata in onda nella serata del 23 febbraio. Il conduttore Gianluigi Nuzzi non commenta, ma aggiunge la considerazione che in Nigeria i tre presunti assassini, Innocent Oseghale, Lucky Awelima e Desmond Lucky, rischierebbero la pena di morte. Intanto, la città di Macerata si ribella all’omertà della locale comunità africana.
Inoltre, emergono nuovi particolari sul giorno del delitto, compresa la ricostruzione del maldestro tentativo di Oseghale di liberarsi dei resti della povera ragazza romana.
Il mistero dei due trolley abbandonati sul ciglio della strada
Nella tragica fine di Pamela Mastropietro c’è un “dettaglio che ci lascia esterrefatti”, afferma Gianluigi Nuzzi di fronte ad Alessandra Verni, ospite di Quarto Grado. Perché, prosegue il conduttore, “un branco di assassini abbandona due trolley con i resti di Pamela sul ciglio di una strada dove c’è grande passaggio e le valigie erano chiaramente visibili?”.
Il ruolo del tassista amico di Oseghale
Per trovare una risposta a questa domanda potrebbe essere utile la ricostruzione, minuto per minuto, degli spostamenti di Innocent Oseghale nella serata del 30 gennaio, subito dopo l’orribile depezzamento di Pamela Mastropietro.
Alle 22.01 Innocent chiama un tassista abusivo suo connazionale e conoscente, tale Patrick, che arriva 22.55 e lo fa salire sulla sua Opel Zafira. Oseghale in un primo momento gli chiede di dirigersi verso Tolentino, poi cambia idea e lo fa andare verso Pollenza. Durante il tragitto il passeggero, visibilmente agitato, ha una lunga conversazione telefonica in inglese, non si sa con chi, e riceve un’altra chiamata dalla compagna italiana.
Circostanza, quest’ultima, che sembra convincerlo a liberarsi al più presto possibile dei trolley con il loro macabro contenuto. All’altezza di Casetta Verdini, Innocent chiede a Patrick di fermare l’auto e scarica le valigie lì, sul bordo della carreggiata. La Opel viene notata due volte da alcuni automobilisti. Uno di loro chiamerà la polizia il giorno successivo.
La scoperta dei resti di Pamela
Una volta ripartiti, Innocent si fa lasciare fuori da un bar di Macerata, dove però non entra. Il tassista, insospettito, torna indietro, sono le 23.42, arriva al fossato, apre un trolley ma, una volta fatta l’orribile scoperta, scappa senza denunciare nulla. Si dirige verso Roma, dove ha un appuntamento, e solo il giorno dopo va alla polizia e indirizza quindi le indagini su Innocent Oseghale. La cosa strana è che il tassista afferma che la sera del 30 gennaio c’era nebbia a Macerata, ma la visibilità invece risultava ottima. Allora? Perché le valigie sono state lasciate proprio lì? Colpa della telefonata della compagna di Innocent, o c’è un’altra spiegazione? Lei lo aveva chiamato più volte durante la giornata ma lui non aveva mai risposto prima di salire sul taxi. È stata solo la paura a far commettere tanti errori agli assassini?