Il caso è tutt'altro che chiuso, tanto meno risolto. A dispetto di ottimistici e sbrigativi annunci, sono ancora tante le domande irrisolte e i punti oscuri in questa terribile storia. Di certo, la seconda autopsia sul corpo martoriato della povera Pamela Mastropietro mette un punto fermo: a Macerata nella casa degli orrori dello spacciatore nigeriano Innocent Oseghale, la 18enne romana è stata uccisa con due coltellate al fegato e un colpo alla tempia. Non è morta per overdose di droga. A toglierle la vita non una ma più persone. Il cadavere è stato fatto a pezzi in modo "scientifico", come seguendo un rituale che secondo pareri esperti è quello dei crimini tribali, omicidi rituali e sacrifici umani in uso nei villaggi nigeriani.

I suoi assassini sono legati alla mafia nigeriana? Di certo c'è ancora molto altro, non meno inquietante, da scoprire.

Nuova ricostruzione

Ieri il medico legale Mariano Cingolani ha consegnato alla procura di Macerata, Giovanni Giorgio gli esiti dell'esame istologico. Quando è stata accoltellata, Pamela era ancora viva. Resta da accertare se abbia assunto droga l'ultimo giorno della sua vita e se sia stata violentata prima di essere ferocemente uccisa. L'omicidio ha coinvolto più persone. Ora c'è un quarto indagato. Oltre ai tre pusher arrestati, Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima che da sabato è in stato di fermo, c'è un altro nigeriano, un rifugiato 40enne che ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso in omicidio, vilipendio, distruzione, soppressione e occultamento di cadavere.

La Procura ha disposto rilievi sulle sue impronte palmari e plantari e una perizia sul cellulare. Forse chi ha devastato quel corpo con una modalità mai vista prima da medici legali che hanno parlato di una dissezione scientifica fatta da una persona esperta, fa parte di un'organizzazione ben più vasta. Capeggiata forse da qualcuno che gli indagati temono.

E tengono la bocca cucita con gli inquirenti terrorizzati da ritorsioni verso i propri parenti rimasti in nigeria.

L'ombra della mafia nigeriana

Non è un caso che sia chiamata 'Ascia nera' la mafia che impera specie in alcune regioni della Nigeria e che dal centro Africa si è propagata anche in Italia. In quel paese sono all'ordine del giorno tratte di esseri umani, rapimenti o omicidi per smembrare corpi, vendere organi o parti del corpo.

A volte questi commerci sono finalizzati a preparare pozioni o talismani magici. C'è un mondo inquietante e orrorifico che potrebbe essere il retroscena anche di questo terribile delitto, come ipotizzato da molti, tra cui l'avvocato Gianfranco Borgani che difende Desmond Lucky, uno dei fermati. Per il legale in questo caso sono troppi gli elementi che non quadrano: la mansarda di via Spalato a Macerata è stata pulita a dovere così come il corpo lavato con litri di candeggina per cancellare tracce e prove. Poi però i resti distribuiti in due trolley sono stati lasciati sul ciglio di una strada a vista: perché? Qualcuno doveva prelevarli e portarli via? L'ultimo rapporto della Dia, la direzione investigativa antimafia, evidenzia che c'è un gruppo criminale nigeriano ben radicato in Italia esaltato da una forte componente mistico-religiosa, dedito a spaccio di droga, contrabbando di armi, avorio e pietre preziose, tratta di persone e prostituzione, traffico di organi.

L'organizzazione di tipo tribale, pratica una violenza inaudita anche al suo interno colpendo per ritorsione familiari di chi 'tradisca'. Tutto questo c'entra con la morte di Pamela? E perché è stata uccisa? Marco Valerio Verni, zio e legale della famiglia Mastropietro, non si sente di escludere nulla. Intanto i carabinieri dei Ris di Roma hanno fatto un nuovo sopralluogo nell'abitazione dell'orrore in cerca di altre prove.