C'era una volta l'Italia del rispetto. In ogni ambito vigevano l'educazione, le buone maniere. Ad un superiore in carica e grado, si usava ubbidire e, nel caso di una eventuale contestazione, applicare il buon gusto di esporla in modo pacato e costruttivo. C'erano tante cose in Italia, oggi scomparse. I genitori che ci mandavano a scuola con la febbre, a meno che fossimo sui 39 e che ci insegnavano il senso del dovere, prima di tutto con il loro esempio. Che con l'insegnante facevano comunella, e tutt'e due, nel caso fossimo un tantino distratti da altro, cercavano di rimetterci in riga.

C'erano i ragazzi che andavano dalla mamma con la classica frase "Lo dici tu al papà", perché era lui ad essere il più temuto, in quella famiglia tradizionale dove i genitori si suddividevano i compiti, o perlomeno si alternavano il dovere di punire.

A Piacenza un ragazzo aggredisce la professoressa

E non ci sono più neanche le tranquille cittadine di provincia, dove il malessere che coinvolge tutta l'Italia, le famiglie, i genitori, i figli, si riflette in episodi che Patrizio Bianchi, assessore alla Scuola della Regione Emilia Romagna, definisce 'da non sottovalutare'. Pochi giorni fa un ragazzo che frequenta la prima media in provincia di Piacenza, ha preso a pugni l'insegnante che, poveretta, è stata subito portata al pronto soccorso e giudicata guaribile in sette giorni.

Questo è soltanto uno degli ultimi episodi che si sono verificati nell'ambito scolastico. A Foggia e a Treviso a prendere a pugni e schiaffi una docente, sono stati i padri di due ragazzi che la professoressa aveva sgridato. Davvero un pessimo esempio per i figli oltre ad un atto di violenza assolutamente gratuito nei confronti di chi dovrebbe sostituire i genitori, almeno nell'educazione scolastica.

A Caserta si usa il coltello

Ancora più incredibile quanto accaduto nel casertano dove un sedicenne, alla richiesta di interrogazione da parte della professoressa, l'ha aggredita e sfregiata con un coltello. Il tutto perché non si sentiva in grado di recuperare un'insufficienza. E poiché ad un atto di qualsivoglia violenza non esiste mai giustificazione, tornando ai fatti di Piacenza, l'assessore Bianchi propone sanzioni severe che colpiscano chi compie questi gesti di violenza, intollerabili ovunque.

La scuola deve tornare ad essere il tempio della cultura e gli insegnanti devono potersi sedere dietro alla cattedra senza temere 'assalti' da parte degli studenti. L'episodio di Piacenza ha segnato un altro punto a sfavore di questa gioventù svogliata, arrogante e pericolosa. A contrasto con la maggior parte dei bravi ragazzi che a scuola ci vanno per studiare.