Il detto “Predicare bene e razzolare male” non è mai stato tanto appropriato come in questo caso. Si parla di uomini di Dio e contenuti irripetibili a sfondo erotico: elementi che normalmente stonerebbero se posti nella stessa frase. Gli stessi uomini che condannano nelle loro omelie quei comportamenti definiti immorali sembrerebbero infatti essersi resi protagonisti di fatti discutibili secondo i loro stessi principi.

Lo scandalo è stato sollevato da Francesco Mangiacapra, escort napoletano trentenne, con una laurea in legge, che può annoverare tra i suoi clienti personalità illustri, come magistrati, politici, uomini in divisa e, soprattutto, prelati.

Da qui la denuncia e il conseguente clamore delle losche vicende che coprono di infamia e disonore un’Istituzione fondata su dogmi nettamente contrari a simili condotte.

“È meglio vendere il corpo, piuttosto che svendere il cervello”

Questo il principio secondo cui Mangiacapra ha iniziato la sua attività di "prostituto", durante la quale ha avuto il privilegio di frequentare uomini di Dio, dediti a pratiche diverse da quelle spirituali. E ne ha conosciuti i molti vizi e le poche virtù, decidendo poi di raccoglierli e farne argomento per un dossier, che farà comprensibilmente tremare le alte cariche ecclesiastiche e non solo.

Dalla curia di Massa Carrara a quella di Napoli, la raccolta ha prodotto materiale sufficiente a diffamare la cosiddetta “lobby gay” il cui potere ha grande rilievo all'interno della Chiesa (così come descritto nell’ultimo capitolo del libro “Peccato originale”, di Gianluigi Nuzzi).

C’è chi insinua che lo faccia solo a scopo pubblicitario, in modo particolare a beneficio del libro “Il numero uno. Confessioni di un marchettaro”, pubblicato qualche mese fa. Ma gli screenshot e le chat salvate rivelano comunque la fondatezza della sua denuncia.

I lussi di Don Euro e i soldi della questua

Il caso era già stato sollevato ai tempi di Don Euro, al secolo Luca Morini, sacerdote che soleva frequentare alberghi di lusso ed accompagnarsi a giovani aspiranti professionisti, finanziando le sue squallide trasferte attraverso le donazioni dei fedeli e promettendo un lavoro in cambio di prestazioni sessuali “particolari”.

Mangiacapra, aveva a suo tempo segnalato il comportamento di don Morini, prima alla Curia di Massa Carrara, e subito dopo ai giornali. Don Luca Morini risulta tuttora rinviato a giudizio. Il nuovo dossier conterrebbe un migliaio di documenti, tra chat di Telegram, Facebook e Whatsapp, e selfies di giovani diaconi tra statue sacre e crocifissi, nonchè una cinquantina di nomi di preti e fraticelli coinvolti in pratiche di tipo omosessuale, di gruppo e non.

I contenuti sono ovviamente irripetibili e intrascrivibili, se non altro poiché urtano significativamente la sensibilità di coloro che, guidati dalla fede, osservano e mettono in pratica i precetti sermoneggiati da tali, biasimevoli modelli di castità e purezza.