Il rapporto pubblicato dal Fondo per le Nazioni Unite e per altre organizzazioni benefiche internazionali (UNFPA) ha raccolto le denunce di un elevato numero di violenze avvenute nel 2017 in Siria. Il rapporto documenterebbe gli abusi e i ricatti sessuali effettuati da parte di operatori umanitari verso molte donne siriane residenti nei campi profughi. Le onlus coinvolte sarebbero tra le più importanti al mondo tra cui: Save the Chidren, Oxfam e Unicef. Secondo l''UNFPA in diversi casi l'assistenza umanitaria veniva scambiata con prestazioni di tipo sessuale.
Sempre secondo il rapporto delle Nazioni Unite, molte giovani donne si sarebbero trovate costrette a sposare alcuni funzionari per un breve periodo di tempo, in modo d'essere messe in grado di offrire prestazioni di tipo intimo in cambio di cibo. Le donne separate, vedove o sfollate,che invece risultavano senza un 'protettore maschile' erano più vulnerabili allo sfruttamento sessuale e si trovavano costrette a soddisfare le richieste dei cooperanti per potere mangiare.
Molte donne evitano di recarsi nei centri della distribuzione aiuti per evitare di essere ricattate
La situazione è stata reso nota tre anni fa da una consulente umanitaria, Danielle Spencer, che lavora per un ente benefico. La Spencer era riuscita a raccogliere già nel 2015 le denunce di molte donne siriane, residenti in un campo profughi situato in Giordania.
Molte erano le ragazze, ha raccontato la cooperante umanitaria, che si rifiutavano di recarsi nei centri di distribuzione degli aiuti per evitare di essere ricattate, preferendo fin da subito rinunciare agli aiuti che sarebbero spettati loro di diritto. I responsabili della distribuzione degli aiuti, prima della consegna del cibo e di altri beni di prima necessità, pretendevano dalle donne il numero di telefono per poter contattarle a fine turno.
Molti si arrogavano la pretesa di farsi accompagnare a casa per ottenere 'qualcosa' in cambio di cibo. Spesso accadeva che gli aiuti rimanessero nelle mani dei cooperanti fino a quando le donne non decidessero di accettare i ricatti. In un'intervista rilasciata alla BBC, Danielle Spencer ha rivelato di avere visto personalmente una donna malata piangere in una stanza, in attesa di cibo e sapone.
E' assurdo, commenta la cooperatrice, che si possa ricattare delle donne in questa situazione. Danielle Spencer ha affermato che il fatto è noto da diversi anni e sottolineato come l'ONU abbia documentato il fenomeno più volte negli ultimi sette anni anche se fino ad ora nulla è stato fatto poiché dice la Spencer: "Qualcuno ha pensato che andasse bene che il corpo delle donne fosse sfruttato e violato al fine di consegnare aiuti a più persone."