È abbastanza risaputo che in questo periodo storico la Siria rappresenti una delle nazioni maggiormente devastate da guerre e conflitti. Recentemente, le Nazioni Unite hanno approvato, dopo diverse trattative, una risoluzione speciale per imporre lo stop ai bombardamenti per almeno 30 giorni all'interno del territorio siriano. Questo nuovo provvedimento include pure l’area di Ghouta, la quale sta vivendo un periodo difficilissimo in seguito allo scontro tra le forze ribelli e le milizie governative di Bashar Al Assad. Questa tregua ha il compito di entrare in vigore molto velocemente con lo scopo di favorire l’invio di aiuti umanitari e l’evacuazione di malati e feriti.

All'interno di questo complesso contesto geopolitico, anche la Russia ha accettato questa risoluzione dopo ben tre giorni di complesse trattative. Per il momento sono esclusi dal cessate il fuoco gli attacchi contro l'Isis, Al Quaeda, Al Nusra e altri gruppi di stampo terroristico.

La difficile condizione umanitaria della Siria

Il voto in merito a questa cruciale risoluzione è stato più volte rinviato nel corso degli ultimi giorni in seguito alle perplessità da parte di Putin e del governo di Mosca. Infatti, quest’ultimo a partire dal 2011 ha più volte bocciato varie proposte da parte dell’ONU. Tutto ciò si è verificato in un momento piuttosto critico per la Siria, in quanto l’enclave di Ghouta è sotto assedio dal 2013 da parte delle pericolose milizie qaediste.

Inoltre, il testo approvato recentemente dalle Nazioni Unite mostra chiaramente che la nazione siriana è vittima di una vera e propria emergenza umanitaria, in quanto oltre cinque milioni e mezzo di civili hanno urgentemente bisogno di sostegno e cure. Questa recente decisione è stata anche commentata da diversi diplomatici di stampo internazionale.

Per esempio, l’ambasciatore svedese Olof Skoog ha chiaramente ammesso che questo nuovo accordo rappresenta una tappa fondamentale per portare a una decrescita della violenza all’interno della Siria. Le medesime posizioni sono state anche confermate da parte di un suo collega del Kuwait, il quale spera che da questo momento in poi si possa intraprendere un cammino di pace concreto ed effettivo.

Il rapporto di Medici senza Frontiere

Un aspetto molto enigmatico è che comunque questa risoluzione non racchiude una data ufficiale per quanto riguarda l’introduzione definitiva del cessate il fuoco e tutto ciò genera sicuramente incertezza. Inoltre, è abbastanza risaputo che la popolazione di Ghouta sta vivendo un periodo difficilissimo da come viene ampiamente dimostrato da un recentissimo rapporto da parte di Medici senza Frontiere. Infatti, negli ultimi tempi le strutture sanitarie sostenute da questa organizzazione umanitaria hanno dovuto soccorrere più di 2500 feriti. Inoltre, è abbastanza chiaro che la maggioranza delle vittime del conflitto sono in particolare donne e bambini che soffrono moltissimo.

Successivamente, almeno 13 strutture mediche supportate da parte di Msf sono state attaccate e colpite sempre nell'area di Ghouta mediante granate e bombe. Infine, la maggioranza dei medici presenti sul territorio stanno affrontando delle condizioni di grossa difficoltà e stanno lavorando con grandissima intensità per garantire il loro aiuto alla popolazione civile.