Purtroppo sono oltre 200 milioni le adolescenti che hanno subito delle mutilazioni sessuali e quasi 3 milioni quelle a rischio ogni anno. L'OMS ha reso note le spaventose cifre in occasione della Giornata Mondiale per la "Tolleranza zero". Le donne a rischio sono quasi tutte in età adolescenziale, spesso hanno meno di 15 anni ed appartengono a popolazioni residenti in Africa, Asia e Medio Oriente. Il loro numero sta lentamente scemando da qualche decennio, mentre si è notato un improvviso aumento in Asia, soprattutto nell'area indonesiana, negli anni a cavallo tra il 2014 ed il 2016.

La lotta dell'OMS, dell'Amref e dei media è senza sosta, contrastata da tradizioni antichissime e radicate che sono dure a sparire.

L'infibulazione

E' una pratica, spesso esercitata senza alcuna misura sanitaria, legata a culture remote ma a cui sono ancora oggi sottoposte milioni di donne in tutto il mondo. L'OMS la condanna dal momento che le pratiche mutilatorie di questo genere, dette mutilazioni genitali femminili o MGF, consistenti nella rimozione o modificazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni e del clitoride, non hanno alcuno scopo terapeutico, anzi, possono provocare in molti casi la morte del soggetto per infezione. Sembra che la mutilazione abbia origini che si perdono nella notte dei tempi: circa 35 anni fa furono rinvenute 2 mummie del Neolitico, di sesso femminile, che mostravano i segni della recisione.

Lo scopo della macabra pratica è quello di ridurre l'adito vaginale, recidendo più o meno parzialmente i genitali esterni e lasciando solo un piccolo passaggio per l'urina o il flusso mestruale. Una pratica estremamente dolorosa che non esclude gravi conseguenze, dal momento che viene esercitata senza anestesia e con coltelli o lame spesso arrugginite, o addirittura con vetri o pietre affilate.

Perchè ancora resiste

Con l’infibulazione le donne fanno il loro ingresso ufficiale nella comunità a cui appartengono e grazie ad essa vengono rispettate. Con la rescissione dei genitali esterni, infatti, la ragazza viene privata della facoltà di provare piacere fisico durante l'accoppiamento; le mutilazioni dunque sono un rito che permette alle donne di entrare a testa alta nella loro società di appartenenza e di essere rispettate per la loro rettitudine morale.

Chi subisce la mutilazione è cosciente di trovarsi di fronte ad una violazione dei diritti ma spesso evita di parlarne dopo aver ceduto alle convenzioni. La presa di coscienza non è solo appannaggio di donne istruite e che visitano altri Paesi, ma anche di donne che vivono in zone isolate di campagna: non è raro che pur se attaccate alle tradizioni, alcune madri decidano di risparmiare alle loro figlie un trauma così grande, sfidando la stessa comunità e la società a cui appartengono.