Cristina Sani, questo è il nome della ragazza che ha deciso di muoversi per vie legali dopo esser stata vittima di molestie nel bel mezzo di un concorso per Magistrati. Molestie che, secondo il racconto della stessa candidata, si sarebbero svolte nel bel mezzo del concorso, durante i soliti controlli di routine che dovrebbero far saltare fuori eventuali bigliettini nascosti e che, a quanto pare, sembravano riservati esclusivamente alle candidate di sesso femminile (e neanche a tutte le partecipanti al concorso). "Mi trovavo in coda per andare al bagno" - racconta la stessa Cristiana Sani - "quando due guardie mi hanno fermata nel corridoio per iniziare la perquisizione".

C'è sdegno e rabbia nelle parole della giovane mentre racconta tutta la vicenda: "Mi hanno fatto alzare il maglioncino e mi hanno slacciato il reggiseno, nel corridoio, in un angolo..." - probabilmente per controllare che non vi fossero bigliettini sotto l'elastico o all'interno delle coppe dell'indumento - "successivamente, dopo avermi fatto abbassare i pantaloni fino alle ginocchia, mi hanno chiesto insistentemente di abbassarmi le mutande".

Abuso di potere in divisa: scatta l'esposto alla procura

Secondo le dichiarazioni della ragazza, le guardie penitenziarie che hanno perquisito lei ed altre sue colleghe avrebbero agito in maniera non proprio decorosa né delicata, chiedendole più volte di abbassare completamente le mutande e schernendola quando la stessa rifiutava di farlo.

"Mi hanno addirittura chiesto, con tono di scherno, se avessi il ciclo, solo perché non volevo assolutamente privarmi delle mutande davanti a loro", così continua la giovane, visibilmente schifata di quanto accaduto. Ma la sua non sembra essere stata l'unica nota negativa, poiché le stesse guardie avrebbero schernito, con parole poco carine ed a sfondo sessuale, le altre candidate presenti al concorso.

Un avvenimento che ha spinto la giovane ragazza, trentenne e laureata in giurisprudenza, a presentare un esposto alla procura di Roma, dove sarà seguita dalle avvocatesse del centro anti-violenza di Carrara. Un esposto che verrà presentato anche all'ufficio di giustizia e che potrebbe fare avanzare l'accusa di eventuale abuso di ufficio e perquisizione non autorizzata. Atteggiamenti che non hanno lasciato nulla di positivo nella mente di quelle ragazze che non potranno scordare mai quanto accaduto.