Si chiama Abdel Rahman Mohy Eldin Mostafa Omer il 59enne egiziano che le autorità hanno arrestato a Foggia con l’accusa di associazione ai fini di terrorismo e apologia del terrorismo. L’uomo è il presidente dell’associazione culturale Al Dawa, perquisita e sequestrata, che secondo gli inquirenti fungeva in realtà da base per la propaganda jihadista. L’arresto arriva al seguito di un’operazione anti-terrorismo che ha visto impegnate nel capoluogo pugliese Polizia e Guardia di Finanza.

Il presunto terrorista, sposato con una donna italiana di vent’anni più grande di lui, usava l’associazione culturale per impartire lezioni di religione ai bambini del centro culturale islamico di foggia.

La sede dell’associazione non è nuova ai rapporti con il califfato islamico: già nel luglio del 2017 aveva dato ospitalità a Eli Bombataliev, il foreign fighter ceceno che la Digos di Bari arrestò nell’ambito dell'operazione 'Caucaso connection'.

Ai bambini insegnava a farsi esplodere

L’egiziano e la moglie sarebbero stati incastrati da alcune pubblicazioni su internet: gli investigatori ricostruendo le navigazioni web dell'egiziano sui social network hanno avuto conferma che la sua simpatia per l’Isis non è cosa recente ma risale al 2015. Durante le perquisizioni infatti è stato rinvenuto molto materiale di propaganda ufficiale dell’auto-proclamato califfato islamico fra cui video degli appelli di Al-Baghdadi e filmati di arruolamento di bambini.

Ai piccoli alunni del centro culturale che funge anche da moschea l’invito era di combattere gli infedeli, tagliando loro le teste e immolandosi facendosi saltare in aria con cinture esplosive per conquistarsi la ricompensa di Dio.

Oltre a queste evidenze gli inquirenti sono stati allertati da segnalazioni di operazioni sospette e da una disponibilità economica incongrua rispetto ai redditi dichiarati.

Infatti gli accertamenti operati nella sfera finanziaria hanno rilevato una serie di conti correnti riconducibili all'uomo e beni per un valore di 370mila euro.

L’operazione, denominata ‘Bad teacher’ fa parte di una serie di interventi condotti dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e dal Gico della Guardia di finanza per quanto riguarda la parte patrimoniale.

Da tempo gli inquirenti tengono d’occhio il fenomeno di migranti simpatizzanti dell’Isis e già tra maggio, ottobre e dicembre, prima dell’accertamento della posizione del 59enne egiziano, sono avvenute una serie di espulsioni di stranieri accusati di apologia del terrorismo.