Ennesimo caso di violenza su minori. I magistrati del tribunale di Ascoli hanno condannato un genitore a due anni e otto mesi di carcere per violenza sessuale. L'uomo è stato sanzionato per avere tentato di abusare della figlia sedicenne sfruttando il suo ruolo di padre. I giudici poi hanno dichiarato lo stesso reato di violenza di cui è stato accusato anche il nonno della giovane, estinto a causa di sopraggiunta morte. I due uomini, a turno, hanno tentato di abusare dell'adolescente in due circostanze diverse. I togati hanno inflitto una pena solo per atti sessuali all'imputato, più leggera quindi rispetto a quella di cinque anni e due mesi richiesta precedentemente dal Pubblico ministero.

I tentativi di violenza

I tentativi di violenza denunciati direttamente dalla sedicenne si sono verificati nel 2015. La ragazza ha raccontato di essere stata più volte oggetto di attenzioni particolari da parte del padre. Molte volte il genitore è entrato nella sua stanza, si è sdraiato con lei sul letto per toccarle, di proposito, i genitali. Sempre l'adolescente è rimasta impietrita di fronte a quell'atteggiamento senza potere opporsi. L'uomo è andato avanti per parecchio tempo a molestarla, benché lei avesse più volte manifestato il suo dissenso. Per molto tempo poi la sedicenne è stata anche alloggiata in affido in casa del nonno. Anche lui secondo la minorenne è entrato in camera sua cercando di toccarla sopra gli indumenti intimi, lascivamente, e quando la giovane è scoppiata a piangere lui le ha ordinato di andare in cucina a mangiare qualcosa altrimenti avrebbe continuato.

Impaurita e devastata da tanto libidinoso interesse per lei da parte dei suoi parenti più vicini. la giovane fuggita da quell'orrore rifugiandosi da amici.

La denuncia

Dopo essersi confidata con il suo ragazzo la minore ha deciso di denunciare a scuola gli abusi a lei perpetrati. Uno dei dirigenti scolastici della struttura ha riferito agli assistenti sociali che hanno preso in cura la ragazzina e denunciato la vicenda ai Carabinieri. Al genitore della minorenne è stata tolta la patria podestà. La testimonianza della vittima è stata ritenuta valida e attendibile per il prosieguo delle indagini anche se la giovane donna avrebbe reso particolari più chiari per ciò che concerne le responsabilità del nonno.

Il processo

Durante il dibattimento però alcuni testimoni sia del padre che del nonno hanno smentito il racconto della ragazza, asserendo che i fatti da lei descritti non sono avvenuti in quanto per loro la giovane si sarebbe allontanata molto prima dalla casa genitoriale. I magistrati però hanno dato ragione alla minorenne e condannato il padre per atti sessuali ad una pena di più di due anni.