Fino all'altro giorno Vladimirovka era solo un tranquillo e sconosciuto villaggio russo nella sterminata distesa di ghiaccio e neve siberiana al confine con la Cina, ma un'orrorifica scoperta fatta sulle rive del fiume Amur gli ha dato una celebrità sinistra tutt'altro che gradita ai suoi abitanti. Un uomo che era andato a pesca con amici in uno dei canali del fiume, all'improvviso ha notato tra la neve una mano. Ma non era che la punta di un macabro iceberg: di lì a poco, di Mani amputate ne sono state trovate altre 53. A dare la notizia della scoperta è stato il quotidiano 'The Siberian Times'.

Per ore la fantasia di inquirenti e cittadini si è sbizzarrita a formulare le ipotesi più estreme. Finché gli inquirenti hanno fornito una spiegazione altrettanto inattesa che risolve il caso solo a metà.

Macabro ritrovamento

Una giornata da trascorrere in relax dedicandosi alla pesca lungo il fiume Amur nell'Estremo Oriente russo per un gruppo di abitanti di Vladimirovka, vicino alla città di Khabarovsk. Tutto andava magnificamente per i pescatori finché uno di loro ha avvistato tra la neve quella che all'inizio gli sembrava una radice contorta e invece era una mano mozzata. L'orrore e il terrore sono stati tali che l'uomo ha subito chiamato la polizia. Ma il peggio doveva ancora emergere. All'arrivo sulle rive del fiume nello stesso punto dove è stato fatto quel rinvenimento, gli agenti si sono messi a scavare e ciò che hanno scoperto li ha sconvolti: altre 53 mani amputate all'altezza del polso, in tutto 27 paia interrate in un sacco.

Da quando fossero sotterrate sulla sponda del fiume è uno dei misteri di un caso raggelante e disgustoso. E ancora più raccapricciante è il fatto che gli investigatori siano stati costretti a prendere le impronte digitali alle 27 paia di mani mozzate nell'ipotesi di poter risalire a delle identità.

Ipotesi di ogni genere

Perché sono state sotterrate quelle mani sulle sponde del fiume e di chi erano?

Dove sono state 'prese'? Per ore inquirenti e stampa russa hanno ipotizzato di tutto. Che si trattasse ad esempio di arti di cadaveri prelevati da obitori e congelati con l'intento di essere rivenduti a trafficanti di organi. Oppure che le mani fossero state tagliate e nascoste dopo un regolamento di conti di stampo mafioso, da parte della mafia russa o di quella cinese, per evitare che i cadaveri potessero essere identificati.

Si è detto pure che l'autore poteva essere un serial killer. La stampa russa ha immaginato anche una punizione per dei furti, una sorta di esecuzione secondo la legge del taglione. Tante le domande in un caso che sembrava avvolto nel mistero. Il fatto che accanto al sacco siano state trovate garze, guanti di plastica e copriscarpe in polietilene in uso negli ospedali, faceva propendere per un traffico di parti del corpo. Ma qualcosa non quadrava: perché allora abbandonarli?

'Avanzi' di obitorio, caso risolto a metà

A interrompere una sequenza di ipotesi, è intervenuta la spiegazione ufficiale fornita dal Comitato investigativo russo e resa nota dal'agenzia stampa Interfax: si tratterebbe di mani usate in un laboratorio forense per scopi medico-forensi e non smaltite in maniera corretta "come prescritto per i rifiuti speciali".

'Avanzi' di obitorio, insomma. L'aggiornamento però non rende il ritrovamento meno raccapricciante e non spiega comunque molto. Amputare le mani di cadaveri non identificati per ottenere se necessario le impronte digitali dopo la sepoltura, sarebbe una procedura poco nota, eppure praticata in Russia. Ma perché qualcuno se ne sia sbarazzato e perché le impronte digitali non vengano prese prima dell'inumazione dei cadaveri restano domande irrisolte.