Una tragedia che non si può spiegare a parole. Nulla può giustificare e definire la morte di due giovani e valorosi lavoratori come Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico: vigili del fuoco che hanno sempre posto grande dedizione al proprio lavoro, effettuandolo con notevole spirito di sacrificio e impegno. Queste le parole di Armando Algozzino, S.G.Uilpa Catania, con le quali quest'ultimo esprime vicinanza e solidarietà alle famiglie dei due vigili del fuoco morti durante un'azione di soccorso.
La dinamica dell'accaduto è al vaglio degli inquirenti ma, dalle prime informazioni giunte, pare si sia trattato di una fuga di gas.
Nel momento in cui, i Vigili del Fuoco, stavano entrando nella fabbrica di biciclette dalla quale proveniva la fuga di gas e, cercando di forzare il lucchetto della catena del cancello, all'improvviso, un boato ha letteralmente travolto e ucciso i due vigili del fuoco più prossimi. Il resto delle indagini è demandata agli inquirenti.
Un silenzio che squarcia l'anima
Non vi è, attualmente, da parte del segretario Algozzino, alcuna intenzione di porre l'attenzione sulle dinamiche dell'esplosione poiché è tempo di rispettare il profondo dolore dei familiari: sarà la Procura ad occuparsi di tale incombenza. Premura del segretario è, invece, quella di ricordare e sottolineare, la necessità di valorizzare, anche in chiave economica, l'importante ruolo che ricoprono i vigili del fuoco: tema che è stato recentemente discusso in sede congressuale a Catania e che attribuisce al comparto dei V.V.F.F.
un ruolo tra i più importanti nel nostro Paese.
Le parole del segretario Algozzino sono state condivise anche dal coordinatore Massimo Parisi.
Il silenzio per riflettere
Si torna a discutere, dunque, di sicurezza sul posto di lavoro, di tutela dell'incolumità delle Forze dell'Ordine e di tutti quei lavoratori che operano nella Pubblica sicurezza.
Ci si domanda, nonostante i grandi rischi che ogni giorno questi lavoratori corrono per compiere il proprio lavoro, possano essere, in qualche modo, ridotti ai minimi termini. La risposta è ardua, ma non impossibile. Sono molte le variabili da considerare, molte le incognite, ma tante le possibili soluzioni ad una problematica tanto seria quanto farraginosa nella sua applicabilità pratica.
Sono abbastanza le risorse utilizzate? Gli strumenti per la prevenzione dei rischi sono commisurati all'effettivo rischio? Le misure di prevenzione sono adeguate al rischio relativo al tipo di intervento? Il numero delle unità impiegate è sufficiente a coprire tutte le aree?
Tanti, troppi, i quesiti a cui vorremmo dare risposte, ma che, spesso, viaggiano su un binario diametralmente opposto a ciò che è la reale situazione. Forse non è tempo di aprire un dibattito, ma stare in silenzio: eppure, il silenzio non risolve il problema, ma crea dubbi. Forse, è tempo di agire.