Convive con una sofferenza insopportabile che solo una cosa potrebbe lenire: rincontrare nel mondo, in un posto qualunque, nello sguardo di un estraneo gli occhi di sua figlia. Per un attimo ritrovare ciò che ha perduto, ciò che la morte improvvisa di sua figlia gli ha tolto per sempre. E' un appello accorato e commovente quello di Roberto Durastante padre di Barbara, una 42enne di origine romana che viveva in Veneto, rimasta uccisa lo scorso 17 dicembre in un tragico incidente stradale a belluno. La famiglia ha compiuto un gesto encomiabile e nobilissimo come da volontà di Barbara: sono stati donati tutti gli organi, compresi gli occhi.
Ma il dolore è forte, non si attenua e il padre vorrebbe almeno per un momento consolarsi. Qualcuno potrà aiutarlo?
Tragico incidente
Tutto è precipitato in una sera. Era il 17 dicembre; Barbara Durastante era seduta dal lato passeggero quando la Fiat Uno su cui viaggiava è sbandata. Fuori controllo, ha travolto e abbattuto diversi cartelli stradali fino a terminare la corsa schiantandosi contro un platano a bordo strada. La donna è morta sul colpo, mentre chi guidava, il proprietario dell'auto, amico e vicino di casa Evandro Gahlardo Gonsalves, che aveva nel sangue un tasso alcolemico pari a tre e quindi superiore al consentito, ha riportato ferite non gravi. E pensare che la donna si era fatta dare un passaggio dal vicino per fare la spesa al supermercato ed erano le 21 quando stava per rientrare a casa.
Per volontà della vittima che abitava a Borgo Pra in provincia di Belluno, sono stati donati tutti i suoi organi, espiantati e trapiantati a pazienti del Veneto. Il papà Roberto che otto anni prima aveva già perso la moglie, ad eccezione di un'altra figlia, è rimasto solo. Deve convivere con una sofferenza indicibile. Vorrebbe solo potersi conciliare con l'aspetto più duro e drammatico che ora gli riserva la vita ritrovando per un attimo lo sguardo di sua figlia.
Beffe del destino
Per una strana ironia della sorte, Barbara era optometrista, ovvero un ottico altamente specializzato in grado di valutare la capacità visiva con le metodologie optometriche. In cerca di un lavoro stabile, finalmente le era arrivata una proposta interessante dal Veneto e dai luoghi di origine di sua mamma. Ma ha fatto solo un giorno di lavoro perché il destino è andato diversamente.
Per una sensibilità speciale e una 'visionarietà' oltre le cose ordinarie della vita, Barbara non solo aveva lasciato precise disposizioni per l'espianto di tutti i suoi organi, ma aveva chiesto per il suo funerale di aiutare la Fondazione Banca degli occhi. Ora quegli occhi azzurri limpidi hanno ridato vista e stupore del mondo a un'altra persona. Per questo il papà ha lanciato un appello accorato: vorrebbe poter guardare negli occhi chi ha gli occhi di sua figlia, abbracciarlo e sentirsi per un momento a casa, come liberato da tanto dolore.
Un altro appello
Prima di lui, lo scorso gennaio Mario Bartoli di Livorno aveva fatto un appello similare. Nel suo caso cercava 'il magico battito', il cuore di Christian, suo figlio 17enne morto giovanissimo nel 1998 per un aneurisma cerebrale.
Lo cercava da 20 anni, l'ultimo appello lo aveva fatto proprio il 18 gennaio 2018 nel giorno dell'anniversario della tragedia. Ma ora la sua ricerca è finita. Purtroppo il papà di Livorno non ha potuto essere accontentato. Il suo desiderio è stato frustrato perché il donatore era morto prima che Mario facesse il suo appello. Una signora tramite una lettera a un quotidiano locale ha fatto sapere che l'uomo che aveva il cuore del suo ragazzo è deceduto il 26 dicembre scorso a 71 anni. "Una notizia terribile - ha detto Bartoli - quando l’ho saputo è come se mio figlio fosse scomparso una seconda volta".