Mercoledì 28 febbraio, dalle 5 di mattina a Cisterna, Latina: Luigi Capasso, 43 anni, in servizio a Velletri è rientrato a casa e ha sparato con la pistola d'ordinanza tre colpi allo stomaco della moglie in garage (ora ricoverata in codice rosso in ospedale a Roma), dove l'aveva aspettata. L'uomo poi le ha rubato le chiavi di casa, è salito e si è barricato con le figlie dentro per ore. Mezz'ora dopo lo sparo alla moglie si sono sentiti ulteriori spari, questa volta alle figlie, e infine si è tolto la vita. Le bambine avevano 8 e 14 anni.

La donna aveva già da tempo denunciato ai superiori di lui le insistenze, le aggressioni, l’azione persecutoria posta nei confronti della quasi ex moglie, tutta la comunità già sapeva della sua gelosia protratta all'eccesso.

Il parroco della chiesa di S.Valentino un anno e mezzo fa li aveva mandati al centro diocesano di aiuto alle coppie in difficoltà e le parole dell'avvocato:«diceva che il papà ogni volta che la chiamava chiedeva sempre della mamma, era ossessionato da lei e soprattutto dalla sua gelosia».

L'aggressività in seguito alla rottura del rapporto

Le donne nella storia, con il tempo hanno acquisito maggiore indipendenza e libertà e ciò ha permesso loro di sentirsi maggiormente sicure all'interno del rapporto di coppia, potendo anche scegliere di porvi fine. Alla base dell'aggressione dopo una rottura vi sono due situazioni:

  • La dominanza prima della rottura non si manifestava chiaramente ma attraverso la manipolazione psicologica, ricatti, possesso e quindi limitazione della libertà. La rottura, che non viene tollerata, aggrava questi comportamenti rendendoli palesemente aggressibili, anche gravi.
  • La dominanza prima della rottura già si manifestava chiaramente sia a livello psicologico che fisico. Quando la donna stanca di ciò decide di lasciarlo o denunciarlo la violenza aumenta e può portare all'uccisione.

L'aspetto in comune di queste due situazioni è l'egocentrismo e il narcisismo dell'uomo, ciò porta a non tollerare la rottura della relazione e scatena una rabbia cieca contro la donna.

La denuncia e le sue conseguenze

La denuncia porta a rendere pubblico il comportamento violento dell'uomo, con tutte le conseguenze ad esso connesse e rende anche pubblico il rifiuto della sottomissione della donna alle violenze. Ciò comporta una reazione da parte di tali uomini caratterizzata o da promesse che non verranno mantenute oppure, d'altra parte, può scatenare un aumento della violenza, per questo è importante che la società intervenga proteggendo, tutelando la vittima e affidandole strumenti e interventi terapeutici affinché possa trovare la sua libertà senza paure.

D'altra parte l'intervento dovrebbe essere anche sul violento sia a livello punitivo che riabilitativo.

Uomini, ma anche donne che non hanno imparato a vivere gli affetti con serenità, reagiscono all'abbandono in modo primitivo e distruttivo, non riescono ad accettarlo. La rabbia diventa così un metodo per superare l'impotenza e di conseguenza la donna amata che li lascia non può che essere distrutta, non solo per essere punita, ma anche perché se non può essere sua non può appartenere a nessun altro, sfociando così in un atteggiamento violentemente distruttivo che può andare a coinvolgere anche i figli e, nei casi più gravi, anche se stesso, come è accaduto nella tragedia di Latina.