Com'è possibile che nel 2018 una donna di 25 anni muoia di morbillo? Maria Concetta Messina è venuta a mancare lunedì scorso all'ospedale Garibaldi di Catania, dove era stata ricoverata in codice giallo a causa della malattia infettiva che l'aveva colpita. Suo marito, Andrea Di Grazia, 36 anni, non si dà pace: il 21 aprile avrebbero festeggiato due anni di matrimonio, gli stessi che ha la loro bambina.

Il marito, con i genitori di Maria Concetta, ha sporto denuncia ai carabinieri che hanno sequestrato le cartelle cliniche dell'ospedale. Secondo i familiari, "Cetty" (come la chiamavano affettuosamente) sarebbe morta per negligenza e superficialità della struttura ospedaliera.

Il racconto del marito

Secondo il racconto del marito, ci sarebbero stati ritardi nel capire che Maria Concetta aveva il morbillo, e negligenze nelle cure ospedaliere. Inizialmente sembrava avesse un'influenza con febbre. Poi il medico di famiglia, credendo si trattasse di un fungo, le ha prescritto antimicotico, tachipirina, antibiotico e vitamine. Quando l'indomani, venerdì 23 marzo, le sono comparse delle bollicine sul corpo e puntini sul viso, temendo una reazione allergica, il marito ha portato Cetty al pronto soccorso. Arrivata all'ospedale Garibaldi di Catania, i sanitari le hanno subito diagnosticato il morbillo e hanno tranquillizzato i familiari. Per ore sarebbe rimasta in attesa su una barella, quindi portata in una stanza con altre persone colpite dalla stessa malattia infettiva.

Per questo motivo si sarebbe aggravata in tempi brevissimi.

Andrea riferisce che il sabato le hanno fatto una lastra e le hanno dato un antibiotico mirato, ma la febbre è salita a 40. Domenica ha cominciato ad avere problemi respiratori e le hanno dato l'ossigeno. Il lunedì, l'ultimo giorno di vita di Maria Concetta, la donna è stata sottoposta a emogasanalisi e ad una tac ai polmoni, perché lamentava di fare sempre più fatica a respirare.

Successivamente le hanno applicato la mascherina dell'ossigeno, e ai parenti hanno comunicato che la situazione era critica.

Intubata e sedata per consentirle di respirare artificialmente, era stata portata in rianimazione. Non voleva essere addormentata: "ho paura di non svegliarmi più", ha detto. In ascensore, al marito, diceva di non riuscire a respirare, mentre aveva un filo di voce e le pupille dilatate.

Andrea sostiene che quando è arrivata in rianimazione, la moglie non aveva più ossigeno nei polmoni. Erano le 17 di lunedì ed era viva. Alle 18:30 gli hanno comunicato che la moglie era all'obitorio. L'autopsia stabilirà le cause della morte.

Allarme morbillo, terzo caso a Catania

A Catania, dal settembre 2017, questo è il terzo caso di persona morta di morbillo. Mario Cuccia, responsabile del servizio epidemiologico dell'Asp di Catania, denuncia che nella città c'è un'epidemia in atto, perché la copertura vaccinale è cresciuta, ma non abbastanza. Lo specialista avvisa che il morbillo non è una malattia banale e che non è una patologia infantile: la maggior parte dei casi che vengono trattati negli ospedali etnei, riguardano pazienti non vaccinati.

"Vaccinatevi! E questo vale per i bambini e per i giovani adulti", avverte.

Nell'85% dei casi, la malattia ha colpito persone che hanno in media 22 anni, quindi non rientrano nell'età pediatrica. Sergio Pintaudi, primario di Anestesia e Rianimazione presso l'ospedale Garibaldi di Catania, ha spiegato che la donna è morta per una polmonite da morbillo. Negli ultimi anni si sono registrati più casi legati a questa patologia, perché i genitori non hanno vaccinato i bambini. I piccoli si ammalano e contagiano gli adulti che sono soggetti a complicanze anche mortali.

Secondo l'Istituto Superiore di Sanità, dal 1° al 31 gennaio 2018 ci sono stati 164 casi in 12 regioni. Oltre l'80% dei casi è stato segnalato in quattro regioni: Sicilia, Lazio, Calabria e Liguria. La regione Sicilia ha riportato l'incidenza più elevata.