Che l’esortazione apostolica “Amoris laetitia” scritta da Papa Francesco come sintesi dei due sinodi episcopali sulla famiglia, quello straordinario del 2014, sul tema “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione”; e quello ordinario del 2015 sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”, sia stato, e lo è tuttora, il pomo della discordia del suo pontificato non vi è ombra di dubbio; e a confermare ciò è l’intervista rilasciata dal Cardinale Eijk, Vescovo di Utech, a Lorenzo Bertocchi, per il giornale “Il Timone”.
Eijk sottolinea infatti come Amoris laetitia abbia creato confusione all’interno delle confederazioni episcopale che sono divise tra i favorevoli e i contrari a concedere ai divorziati risposati la possibilità di accostarsi al Sacramento della Comunione.
Eijk sottolinea il fatto che questa chiara incoerenza di interpretazione all’interno della Chiesa non fa altro che alimentare la confusione sia tra i Vescovi che tra i fedeli, perché ciò che è valido in punto non può essere invalido in un altro punto, creerebbe scollatura e divisione tra le parti (possibilità di uno scisma?) e proprio per questo serve fare chiarezza in tal senso.
Gesù -continua il Cardinale- è stato illuminante e granitico sull’indissolubilità del matrimonio, l’unica eccezione sembrerebbe rappresentata dal Vangelo di Marco (19,9; cfr.
5,32) dove si parla dell’eventualità di ripudiare la moglie “in caso di unione non legittima”, argomento ancora in fase di discussione, e che si crede possa riferirsi ad un’unione incestuosa tra gradi di parentela proibiti.
Conclude Eijk con un “richiamo” al Santo Padre, suggerendo come unico punto di svolta un definitivo intervento chiarificatore in merito, magari attraverso un documento magisteriale, che metta fine alla diatriba.
A questo punto ai “famosi” cardinali dei “Dubia” -Brandmüller, Burke, Caffarra e Meisner-, si è aggiunta una nuova voce che mette un freno alle speranze di tanti fedeli.
In realtà, a quanto emerge dalle parole del Cardinale Eijk, il nocciolo della questione non è l’ammissione dei divorziati risposati alla Comunione ma piuttosto l’aspetto morale sulla questione etimologica del peccato: i divorziati risposati sono in stato di peccato alla luce dell’indissolubilità del matrimonio?
La palla adesso passa a Papa Bergoglio che a distanza di due anni non si è ancora espresso in merito ed è stato accusato dalle frange cattoliche ultra-tradizionaliste di “eresia formale” dopo “Amoris laetitia”.