Una notizia anomala quella riportata dai tabloid britannici secondo cui il ministro per la digitalizzazione Matt Hancock avrebbe proposto di limitare il tempo d’uso quotidiano dei social media da parte degli adolescenti. La news riportata dal Times di Londra vorrebbe limitare l’abuso di internet in generale per arginare i problemi sociali connessi all’eccessivo sfruttamento degli smartphone. È una credenza ormai comune che passare diverse ore al giorno davanti agli schermi sia dannoso, tuttavia alcune ricerche recenti hanno dimostrato come questo colpisca solo gli adolescenti che presentano già un problema nel relazionarsi con il prossimo.

Una legge per una dipendenza

Vedere i social network come una dipendenza da limitare fa pensare ad un metaforico paragone con l’alcool: sotto quest’ottica entrambi i costrutti sono piacevoli in dosi limitate e dannose nell’abuso prolungato, e tra qualche tempo probabilmente saranno alla pari tutelate da una legge sull’eccessivo consumo giornaliero in Inghilterra. Un paragone del genere è ovviamente fuori luogo, ma rende bene l’idea del pericolo che i giovani incorrono ignorando il mondo reale e vivendo sui social network: ad oggi una legge del genere può sembrare bizzarra, ma effettivamente le proiezioni dicono che tra qualche anno le diagnosi sui disturbi dissociativi aumenteranno anche a causa dell’abuso di internet.

Il disturbo dissociativo

Nel DSM-V, noto anche come il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali si parla del disturbo dissociativo come conseguenza sintomatologica della depersonalizzazione e della derealizzazione (oltre che ad altri sintomi), due fenomeni tipicamente derivati dall’abuso dei social network. Il primo sintomo allontana il malato dalla consapevolezza del prossimo, le persone vengono ridotte ad una serie di chat e di fotografie, senza alcun valore reale, delle pure forme di intrattenimento come se si trattasse di un videogioco o di un passatempo. Il secondo sintomo crea un distacco tra il malato e il mondo reale. In questo caso l’individuo disturbato preferirà sempre rimanere dietro lo schermo poiché lo considera più famigliare, un ambiente più protetto. In conclusione, se la strada fosse questa, e gli adolescenti si stessero dirigendo verso un mondo provo di riguardi verso il prossimo forse la proposta britannica non sarebbe poi così bizzarra.