L'arringa dell'accusa era terminata oggi, 28 marzo, alle ore 18 e la sentenza era attesa in serata. Ma il tribunale di secondo grado ha rimandato la sentenza al 14 maggio. L'uomo condannato in primo grado a 20 anni di carcere dovrà aspettare ancora prima di sapere se dovrà scontare la sua pena o sperare nella Cassazione.

La vicenda di Roberta Ragusa ebbe inizio la notte tra il 12 e il 13 gennaio del 2012 quando la donna scomparve nel nulla dalla sua abitazione di San Giuliano Terme, nel Pisano. Nonostante siano passati oramai 6 anni, ancora non si è giunti ad una conclusione definitiva, almeno a livello processuale.

Il processo di primo grado

In primo grado, con il rito abbreviato, era stato condannato per omicidio e occultamento di cadavere il marito, Antonio Logli. Alla base di questa condanna la relazione di lui con Sara Calzolaio, che avrebbe scatenato un violento litigio con la moglie Roberta. Sicuramente Roberta Ragusa, nello scoprire che il marito Logli e la Calzolaio erano amanti, ebbe una reazione forte, dal momento in cui la Calzolaio era una persona che si era guadagnata la fiducia in famiglia tanto da fare, talvolta, la baby sitter ai bambini.

Testimonianze discordanti sull'ultima sera di Roberta Ragusa

Un doppio tradimento, insomma, che avrebbe fatto sì che i due coniugi litigassero aspramente, così come anche testimoniato da Loris Gozi, che ha dichiarato agli inquirenti di aver udito i due litigare proprio la sera della scomparsa.

Di diverso avviso, però il figlio, ai tempi 17enne che recentemente ha scritto una lettera deponendo a favore del padre e dichiarando che quella sera non sentì litigare i suoi genitori.

Logli pur essendo stato condannato a 20 anni in primo grado dal Tribunale di Pisa, non è stato soggetto a carcerazione, bensì solo all' obbligo di dimora nel comuni di Pisa e San Giuliano Terme e l'interdizione dalla potestà genitoriale.

Antonio Logli si è sempre dichiarato innocente.

Le richieste del procuratore generale: confermare i 20 anni

Il sostituto procuratore generale di Firenze, Filippo Di Benedetto, oggi, al termine della requisitoria, al processo in Corte d'assise d'appello a Firenze per l'omicidio e la distruzione del cadavere di Roberta Ragusa, aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, ovvero la condanna a 20 anni per il marito Antonio Logli e il suo trasferimento in carcere per il pericolo di reiterazione di reato.

La sentenza di secondo grado

La Corte d'Appello è stata riunita nell'aula 31 del tribunale dove Logli ha atteso la sentenza, poi rimandata, solo con il figlio e i suoi avvocati.