Oggi i figli di Antonio Logli e Roberta Ragusa sono cresciuti. Nessuno di loro ha mai in qualche modo dato voce alla disperazione per la scomparsa della madre, né ha agito pubblicamente affinché venisse trovata, viva o morta. Da quella notte del gennaio 2012 in cui, a Gello di San Giuliano Terme, la mamma di questi ragazzi ha smesso improvvisamente di esistere, e nessuna ricerca è stata in grado di stabilire dove fosse finita, Antonio Logli si è sempre professato innocente, anche quando è stato condannato in primo grado con l'accusa dell'omicidio della moglie, a 20 anni di reclusione.

Roberta era appena scomparsa quando Logli ha preso in casa l'amante

Antonio ha un sorriso che gela il sangue, quasi beffardo. Non ancora scomparsa la moglie e con in atto le ricerche per scoprire dove fosse finita la donna, lui ha pensato bene di fare spazio nella sua bella casa, alla donna che da anni era la sua amante. Lei aveva fatto da baby-sitter ai bambini e lavorava nell'ufficio della sua agenzia, al pianterreno della villa. Pochi gradini quindi per salire al ruolo di sostituta. Gesto mal visto e incomprensibile per un uomo che "dovrebbe" credere ancora in vita la moglie, e aspettarne il ritorno.

I figli minorenni tenuti fuori dalla gogna mediatica

Qualche fotografia apparsa sui giornali mostrava i figli della coppia con la compagna del padre, mai però seguita da una dichiarazione alcuna, se non della storica amante, infastidita da fotografi e giornalisti, nel tempo ingrassata e imbruttita.

Intanto di Roberta mai nessuna traccia che facesse sperare in una svolta positiva delle indagini. Solo chiacchiere del padre di Logli con il nipote che attraverso delle cimici installate sulla sua auto, si sentiva screditare la nuora, ipotizzando una sua fuga con un uomo che avrebbe frequentato, e che l'avrebbe spinta ad abbandonare tutti, persino gli amatissimi figli.

Rimane come una lapide la litigata tra Logli e la moglie di quell'ultima sera, la sua ipotesi della donna che sia fuggita senza documenti, vestiti e denaro, e le testimonianze di un vicino che lo inchioda, e che avrebbe sentito un urlo nella notte, e visto il Logli a bordo della sua auto, passare a forte velocità in quella zona, proprio quando Roberta avrebbe dovuto dileguarsi nel nulla.

Il figlio Daniele lo difende

Oggi il figlio Daniele difende quel padre che per tutti è un assassino, ed arriva a firmare una memoria difensiva che ha depositato il 14 marzo scorso nella quale si schiera al suo fianco e lo assolve dalle colpe che, attraverso prove ed indizi, lo porteranno nelle aule dei Tribunale per la fase di Appello, il 28 di marzo. La cugina di Roberta, Maria, dopo averla letta, ha dichiarato che "le sono venuti i brividi". Roberta Ragusa viveva per i suoi figli, e non li avrebbe mai lasciati. Perché Daniele non è intervenuto prima a sollecitare le ricerche della mamma, e a spada tratta assolve adesso il padre, che i parenti di Roberta sono convinti sia il suo carnefice, si domanda. Il 28 marzo saremo in grado di sapere quali altre carte vorrà giocarsi la difesa, oltre questo documento del figlio.