Si è spento ieri mattina, a Cambridge, il genio dell'astrofisica, Stephen Hawking, all'età di settantasei anni. Le sue intuizioni brillanti sulla struttura dello spazio hanno letteralmente modellato la cosmologia contemporanea.
La terribile malattia e la brillante carriera
Nonostante l'atrofia muscolare progressiva che lo ha costretto sulla sedia a rotelle per molti anni, Hawking è diventato una stella nel firmamento della scienza, grazie alle sue straordinarie intuizioni sui buchi neri, sull'origine dell'universo e sulla struttura dello spazio e del tempo.
Ha occupato per 30 anni la cattedra di matematica all'Università di Cambridge (la stessa che fu di Isaac Newton). Nel 1985 perse l'uso delle corde vocali, dopo essersi sottoposto ad una tracheotomia in seguito ad una grave polmonite.
Nonostante ciò non si arrese e, nel 2012, si sottopose, come cavia, ad una sperimentazione portata avanti dall'università di Stanford per la messa a punto di uno scanner cerebrale che consentiva di tradurre in parole l'attività elettrice del cervello e che divenne il suo principale strumento di comunicazione.
La vita è sempre degna di essere vissuta
Oltre che un grande scienziato, Hawking é stato una persona dalla straordinaria forza di volontà che ha più volte ribadito la bellezza della vita in modo incondizionato e il cui lato umano e passionale é stato messo in risalto grazie al film biografico "La teoria del tutto" da cui emerge il ruolo fondamentale che la sua prima moglie, Jane Wild, ebbe nell'aiutarlo a superare le enormi difficoltà derivanti dalla sua grave malattia, rimanendogli accanto nei momenti più difficili.
Con il sostegno delle persone più care non perse mai la voglia di vivere, al punto che, durante un incontro pubblico, pronunciò la frase: "Finché c'è vita, c'è speranza" e, nonostante abbia più volte affermato l'inconciliabilità tra scienza e fede, dichiarò in diverse occasioni che sarebbe meglio per la scienza e sicuramente più affascinante, che non si arrivi a scoprire l'origine dell'universo, lasciando tale importante questione avvolta nel mistero.
Guardate le stelle, non i vostri piedi
L'invito alla speranza e alla perseveranza, testimoniata dalla sua stessa esistenza, è racchiusa nel messaggio che amava ripetere e con cui vogliamo ricordarlo: "Ricordatevi di guardare le stelle e non i vostri piedi. Per quanto difficile possa essere la vita, c'è sempre qualcosa che é possibile fare e in cui è possibile riuscire".