Mentre infuriano le polemiche per il grave caso di bullismo verificatosi nei giorni scorsi a Lucca, un nuovo video documenta l'ennesimo atto di prepotenza subito da professori ad opera di alunni violenti e indisciplinati, stavolta a Velletri nel Lazio. L'episodio riguarda un istituto tecnico della provincia romana e, pur essendo balzato agli onori delle cronache soltanto adesso, va datato nel 2017: la sostanza non cambia, anzi il significato del documento assume un'importanza ancora maggiore, in un periodo di massima attenzione verso il tema del “degrado” nelle scuole italiane.
Nel filmato diffuso online da anonimi spettatori e diventato virale a un anno di distanza dall'accaduto, si vede un ragazzino intento a inveire in maniera piuttosto esplicita nei confronti della professoressa, minacciata (anche di morte) con espressioni del tipo “ti faccio sciogliere nell'acido” e “ti mando all'ospedale” dal protagonista dell'aggressione in classe.
Nuovo atto di bullismo, prof minacciata a Velletri
Lo scatenato bullo, nel silenzio generale, aveva intimato all'insegnante di non chiamare il preside dando seguito alle parole con calci alla porta e altri gesti violenti, senza tuttavia ottenere la “resa” della controparte determinata a chiedere l'intervento della dirigenza scolastica.
Tante le visualizzazioni del video in rete e sui social, mentre la Procura della Repubblica veniva messa al corrente in via ufficiale del caso dai Carabinieri tramite informativa scritta con descrizione circostanziata dei fatti, in attesa che si valutino eventuali conseguenze sul piano legale degli atti di bullismo documentati.
Bullismo a Velletri, video shock girato a scuola
Da Alessandria a Velletri, passando per Lucca e Bologna, tantissimi episodi di segno simile si sono succeduti in poco tempo riaccendendo con prepotenza il dibattito sulla mancanza di educazione e disciplina nelle scuole di tutta Italia. Le punizioni esemplari (sospensioni dalle attività scolastiche, perdita dell'anno per motivi di condotta e altre sanzioni) promesse e in parte già attuate da alcuni presidi in risposta alle polemiche scoppiate nei giorni scorsi potrebbero essere un primo deterrente contro le “scorribande” dei bulli. Ma in assenza di cambiamenti culturali “a monte” sarà difficile se non impossibile porre rimedio in tempi ragionevoli a un fenomeno, dalle radici profonde, che al momento sembra inarrestabile.