Proprio nelle prime ore di questa mattina, il giudice istruttore del vaticano ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Carlo Alberto Capella, Sacerdote diplomatico in servizio a Washington. La sentenza si è resa necessaria dopo che, lo scorso 21 giugno, lo stato americano aveva mandato una notifica di probabile reato nei confronti di monsignor Capella. Il sacerdote sarebbe stato accusato di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico durante un breve soggiorno in Canada nel lontano 2016, dove la polizia locale ha ritenuto opportuno indire una richiesta di arresto nei suoi confronti.

Negli scorsi giorni la diocesi dell'Ontario ha reso nota la notizia secondo la quale era stata inoltrata alla santa sede una richiesta di aiuto per un'indagine volta a portare alla luce tutti gli spostamenti segreti dell'uomo. Un'indagine che ha costretto la santa sede a richiamare il monsignore da Washington per trasportarlo all'interno del centro penitenziario del Vaticano, dove avrebbe atteso il giudizio fino a questo momento. Un'attesa non troppo lunga, che vede come decisione finale l'arresto con l'accusa di pedopornografia, a causa del materiale conservato da Capella in attesa di riuscire a divulgarlo.

Pedopornografia: in arresto un segretario del vaticano a Washington

Un avvenimento purtroppo non nuovo all'interno della Santa Sede, dove periodicamente gli uomini della gendarmeria si ritrovano costretti ad analizzare fascicoli per poi portare all'allontanamento e all'arresto di sacerdoti accusati di violenza nei confronti di minori e di abusi sessuali, oppure, come in questo caso, di possesso e diffusione di materiale pedopornografico.

Secondo le ultime notizie diffuse ieri mattina dalla Sala Stampa locale, sarebbe stato il giudice istruttore, Gian Piero Milano, ad avviare le procedure di arresto nei confronti di monsignor Carlo Alberto Capella, su cui grava l'accusa di pedopornografia. Il materiale incriminato sarebbe stato rinvenuto su di un computer utilizzato all'interno di una chiesa.

Non si tratterebbe quindi di un computer privato, sul quale l'uomo conservava le immagini ed i filmati, ma di un computer di proprietà della chiesa in cui era stato inviato. Il materiale sequestrato, secondo le dichiarazioni raccolte, sarebbe stato scaricato durante un soggiorno in Canada avvenuto tra il 24 ed il 26 dicembre del 2016.