Giada Di Filippo, nata a Sesto Campano, provincia di Isernia, 26 anni, studentessa fuori sede iscritta alla facoltà di Scienze Naturali nell'università napoletana di Monte Sant'Angelo, si è suicidata lanciandosi dal tetto della struttura. Ieri, 9 aprile, è stata sicuramente una giornata difficile da dimenticare per i testimoni che hanno dovuto assistere a questo tragico evento. Infatti, alcuni studenti presenti nell'Ateneo partenopeo, hanno raccontato di aver udito un brusco rumore mentre erano assorti nelle loro normali attività: quando si sono accorti di cosa era accaduto sono rimasti increduli, vedendo il corpo senza vita della giovane studentessa.

Quali sono le dinamiche del suicidio

Il suicidio rientra nelle prime tre cause di morte di persone che hanno un'età compresa tra i 15 e i 44 anni. L'organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha affermato che questi tragici eventi sono in costante aumento, e che nel 2020 si potrebbe arrivare ad un tasso di suicidi pari a 1,5 milioni l'anno. Secondo alcuni studiosi, la patologia psichiatrica sarebbe un aspetto essenziale, ma non sufficiente per risalire alle cause che porterebbero determinati soggetti a togliersi la vita.

Infatti, stando ad alcune ricerche su tentativi o suicidi, si evince che sarebbero legati essenzialmente a tre le classi di problemi psichiatrici, ovvero: disturbi dell'umore, disturbi da abuso di sostanze, e disturbi della condotta.

Il fattore scatenante e primario è sicuramente la depressione: la perdita di speranza nei confronti di se stessi, del mondo e del futuro possono generare nel soggetto dei sentimenti tali da spingerlo a vedere come unica via d'uscita ai suoi turbamenti e al suo malessere proprio il suicidio.

Cos'è successo nella mente di questa ragazza?

Perché ha scelto questo giorno, il 9 aprile, di lunedì, per compiere questo insano gesto?

Giada si era creata una vita contornata di bugie, le quali raccontava ai propri genitori, al proprio ragazzo; fingeva di vivere una vita che non le apparteneva, una vita che era al di là della realtà: viveva in un mondo creatasi per farla stare meglio, lontana dal dolore, lontana dalle sofferenze, dalle delusioni di una vita che proprio non le piaceva, e che voleva cambiare a tutti i costi, ma non riuscendosi "realmente" ha provato a crearsi una realtà immaginaria.

Ed aveva ingannato tutti, persino se stessa. Ma questo maledetto giorno, 9 aprile di lunedì, tutto ciò che si era creata è svanito; le bugie raccontate avevano perso la loro forza, la loro credibilità. Infatti, Giada, aveva raccontato che proprio in questo giorno si sarebbe laureata, e avrebbe coronato questo obiettivo tanto atteso. C'erano proprio tutti ieri, parenti, fidanzato (con annessi fiori) a festeggiare un giorno che avrebbe dovuto essere felice. Ma, ormai, il mondo che si era creata era andato in pezzi, non reggeva più. Si trovava nella realtà dalla quale era sempre scappata. Il dolore le era ripiombato addosso. E questa realtà proprio non le piaceva; la sofferenza non le piaceva; la vergogna che provava non le piaceva; ed infine, salita sul tetto, si è liberata da tutti i suoi mali con la soluzione peggiore che poteva trovare: si è lanciata nel vuoto.

A scatenare tutto il fatto che ancora le mancavano tre esami, condizione che non si era sentita di rivelare a nessuno: l'esame di laurea non l'avrebbe passato e piuttosto che vivere quel fallimento ha preferito l'oblio della morte.