Mantova, venerdì 30 marzo. A Pegognaga, nel mantovano, è accaduta la tragedia: una coppia di 27 e 35 anni si è impiccata al corrimano della propria abitazione, davanti alla figlia di appena sei anni. I lividi che sono stati rinvenuti attorno al collo della bambina fanno pensare che i genitori abbiano cercato di soffocare anche la bambina, la quale sarebbe svenuta trovando così al suo risveglio i corpi dei genitori privi di vita. A trovare la bambina sarebbe stato uno dei nonni il quale ha rinvenuto la bambina in stato di shock. L'ipotesi avanzata dagli inquirenti è quella di doppio suicidio, anche se con il ritrovamento di quei lividi attorno al collo della figlia, sembrerebbe aprirsi la grottesca opzione del tentativo di omicidio, da parte di almeno di uno dei due genitori.

La bambina visibilmente scioccata è adesso ricoverata presso il reparto di pediatria del Poma e nelle prossime ore la bimba sarà interrogata con l'assistenza di una psicologa per provare a capire con più esattezza la dinamica di quella tragedia.

Le possibili ripercussioni di un trauma familiare sulla psiche dei bambini

Citando un famoso film del 2004 in cui si dice che: ''il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo'', la Psiche umana può comportarsi secondo una modalità analoga, sopratutto in giovane età. Infatti un trauma subito può comportare gravi danni alla neurobiologia cerebrale e nel contesto relazionale del soggetto, uno o più traumi subiti da un bambino possono avere ripercussioni sui comportamenti manifestati nell'età più adulta.

Già il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, aveva teorizzato la relazione tra trauma e il suo sviluppo nella psiche dei bambini, infatti i suoi studi affermano che un evento determinato da un forte impatto emotivo negativo e profondamenete disturbante possa presentare in futuro nel soggetto comportamenti tendenti al proteggersi ed all'impedimento del ripetersi dell'evento, impedendo così di provare nuovo dolore analogo a quello già provato.

Secondo gli studi dell'università di Liverpool e quella di Maastricht è emerso che le patologie psicotiche sono più comuni nei soggetti che hanno subito traumi prima dei sedici anni di età.

Gli eventi traumatici hanno quindi un profondo impatto sui bambini, questo può essere in grado di scardinare la sicurezza che essi provano, manifestandosi in più forme, spesso anche sotto forma di ansia o incubi.

Questi eventi lasciano tracce più marcate rispetto a quelle degli eventi normali che nel tempo possono ampliarsi nello spazio e nel tempo. Queste tracce possono risiedere non solo nella parte cosciente della mente ma talvolta anche nella parte cosiddetta latente, in grado comunque di condizionare la vita sociale del soggetto.