Un sogno che diventa un incubo degno di un racconto di Kafka. E’ successo ad un impiegato di banca di Roma che ha dapprima scoperto di aver ereditato, dal nonno che viveva in Svizzera, la somma di 3 miliardi di lire in contanti, per poi rendersi conto che, secondo la Banca d’Italia, quella montagna di banconote ha lo stesso valore della carta straccia in quanto i termini per il cambio delle lire in euro sono scaduti nel 2012.
Lo sfortunato protagonista di questa disavventura ha ora affidato le sue speranze di diventare milionario (in euro) agli avvocati cui ha dato mandato per intentare una causa affinché gli venga riconosciuto il diritto a convertire il tesoro ereditato dal nonno.
L’eredità del nonno svizzero: 3 milioni di lire in una cassetta di sicurezza
La storia ha inizio nello scorso mese di luglio quando Luigi, bancario romano di 48 anni, scopre di essere l’unico erede del nonno, un costruttore della capitale che si era trasferito a Lugano, in Svizzera, per godersi gli anni della pensione. Tra i beni del progenitore, che Luigi va a ritirare in Svizzera, ci sono anche le chiavi di una cassetta di sicurezza della filiale di Lugano della banca Ubs, dove l’erede ha la sorpresa di trovare, insieme a diversi titoli di Stato, numerose mazzette di 500 mila lire per un totale di circa 3 miliardi di lire.
Da bancario, Luigi sa bene che i termini per il cambio tra lire ed euro è scaduto nel 2012, vale a dire dieci anni dopo l’entrata in vigore della divisa europea, ma fa comunque un tentativo alla Banca d’Italia, ricevendo risposta negativa.
Per la legge le lire non possono più essere cambiate in euro: l’erede fa causa a Bankitalia
Il passaggio dalla gioia alla disperazione è quindi stato alquanto immediato per Luigi che, comunque, non si è dato per vinto ad ha deciso di intentare una causa legale nei confronti di Bankitalia per cercare di riacciuffare in extremis il suo sogno milionario.
Il bancario ha infatti dato mandato ai suoi legali di tentare tutte le strade affinché possa essere trovato un appiglio che consenta il cambio da lire ad euro anche se fuori tempo massimo.
La strategia cui faranno ricorso gli avvocati di Luigi sarà quella di dimostrare, sulla base di situazioni similari verificatesi in passato, che i termini dei dieci anni per il cambio da lira ad euro devono essere considerati non dal momento dell’entrata in vigore di quest’ultimo ma da quando si scopre dell’esistenza delle lire di cui si chiede la conversione.