Si è lanciata nel vuoto schiacciata dal peso di una bugia che stava per essere scoperta nel peggiore dei modi, oppressa dalle aspettative dei suoi genitori da cui non ha saputo o potuto emanciparsi. Ieri Giada Di Filippo, studentessa molisana fuori sede, aveva radunato presso l'ateneo di Monte Sant'Angelo di Napoli tutta la famiglia arrivata dalla provincia di Isernia, il fidanzato e gli amici. Sarebbe dovuto essere il gran giorno, quello della sua attesissima laurea in scienze naturali. Invece ha commesso un gesto estremo: si è suicidata gettandosi dal tetto dell'edificio della facoltà di Geologia mentre era in corso una seduta di laurea.
Non aveva completato gli esami e l'annunciata discussione della tesi in realtà l'aveva inventata di sana pianta.
Morire di vergogna
Ieri all'ora di pranzo i genitori, il papà carabiniere in pensione e la mamma casalinga, il fratello, le cugine e altri parenti di Giada Di Filippo, che a maggio avrebbe compiuto 26 anni, sono arrivati da Roccapipirozzi, una piccola frazione di Sesto Campano, paesino in provincia di Isernia, convocati dalla ragazza e convinti di assistere alla discussione della sua laurea. Per festeggiare il gran giorno c'erano anche i parenti del fidanzato. Tutti in attesa che arrivasse il suo turno, così credevano i familiari, quando la ragazza, che indossava un abito elegante, si è allontanata, è salita sul tetto dell’edificio 7 nel plesso universitario napoletano della Federico II a Fuorigrotta e si è lanciata nel vuoto.
Il suo nome, come scoperto di lì a poco, non era nell'elenco dei laureandi che avrebbero dovuto discutere la tesi nel pomeriggio. Non sarebbe stato possibile perché non aveva completato il ciclo di esami indispensabile per accedere alla laurea. Ma nessuno lo sapeva. Giada è morta di vergogna, devastata dal peso di una menzogna portata avanti chissà da quanto tempo, aggravata dall'ultima messinscena.
L'ultima chiamata del fidanzato
L'ultimo a sentirla è stato proprio il fidanzato che non ha potuto salvarla, non sapendo neanche lui quale segreto trattenesse Giada e cosa stesse per fare. Imbracciava un mazzo di fiori che le avrebbe consegnato a tesi discussa, quando avendola persa di vista l'ha chiamata per chiederle in quale aula il gruppo di famiglia si sarebbe dovuto recare per assistere alla sessione di laurea.
Ma lei, invece di dargli indicazioni, l'ha ringraziato, salutato, gli ha chiesto se riuscisse a vederla. Perché era già in cima all'edificio e di lì a poco si è lanciata. Erano le 15 quando qualcuno si è accorto del corpo della ragazza riverso in strada e ha chiamato il 118, ma ogni tentativo di rianimarla è stato vano. Sotto choc l'ateneo, interrotte tutte le sessioni d'esame nella disperazione non solo dei familiari, ma anche dei docenti. Sul posto, con il sostituto procuratore anche la polizia: sono state sentite persone per ricostruire la carriera universitaria della ragazza dal momento dell'iscrizione alla facoltà. Il rettore Gaetano Manfredi, che si è recato in facoltà, ha predisposto per oggi la sospensione di tutte le attività.
Il corpo della ragazza è stato portato all'istituto di medicina legale per l'autopsia. Luigi Paolone, sindaco di Sesto, ha annunciato che nel giorno del funerale (ancora non è stata fissata la data) proclamerà il lutto cittadino.
'Una Giada in ognuno di noi'
Qualcuno sui social ha scritto una riflessione intitolata "C'è una Giada in ognuno di noi". Per dire che spesso i genitori riversano sui figli ambizioni e frustrazioni, ansie e desideri e non tutti riescono a reggere l’urto emotivo. Ci sono figli che, come Giada, hanno paura di non essere all’altezza delle aspettative di padri e madri. E di fronte al terrore della loro condanna, non trovano vie d'uscita eccetto annientarsi.