spinea (Venezia): nell'ottobre del 2016 don Flavio Gobbo, 48 anni, parroco di Spinea, decide di lasciare in tutta fretta la parrocchia di San Vito e Modesto. In una lettera, lasciata ai fedeli, si dice affaticato e bisognoso di un periodo di riposo. Le motivazioni non convincono più di tanto, soprattutto quando, poco tempo dopo, dal bilancio della Parrocchia si scopre un ammanco a cinque zeri: prima si parla di centomila euro, poi di trecentomila, infine si scopre che il buco era di più di mezzo milione di euro. Che fine avevano fatto i soldi? Nessuno lo sa, ma in tanti notano che oltre al don ed ai soldi manca pure la perpetua.

Il caso, interessante ed un po' morboso, finisce addirittura in tv, nel salotto di Barbara D'Urso e del suo Pomeriggio Cinque.

Il chiarimento

Durante le indagini, però, le cose si fanno più chiare, anche perché interviene lo stesso don Flavio, assistito dal suo legale, Barbara De Biasi. Il parroco ammette di aver giocato tutti i fondi della chiesa, 500 mila euro, al casinò. Dunque, nessuna storia torbida in stile "Uccelli di Rovo". La vocazione sacerdotale di don Gobbo non è mai stata messa in dubbio né dalla perpetua né da altre misteriose donne (come si era vociferato in paese). Il prete, ha "solo" perso la testa per il gioco, ma ha riconosciuto di avere un problema serio e, per questo, ora è in cura per ludopatia, una patologia molto diffusa che necessita di un importante aiuto specialistico.

Don Flavio sta affrontando il suo percorso, sostenuto dalla preghiera e dal desiderio di tornare, al più presto, a svolgere il suo ministero.

La Diocesi di Treviso, in una nota, ha spiegato che Don Flavio Gobbo ha concordato con il Vescovo un periodo di sospensione e ha precisato che, fin dal giorno del suo allontanamento, il parroco è stato sempre in contatto con i suoi superiori e ha trovato conforto nei suoi confratelli sacerdoti, che non lo hanno mai abbandonato.

In tribunale

La vicenda, si è conclusa, dal punto di vista legale, la scorsa settimana. Di fronte al gip David Calabria, don Flavio ha patteggiato una pena, poi sospesa, di due anni per appropriazione indebita. Il pm Elisabetta Spigarelli ha anche imposto al parroco un percorso di cura (che, tra l'altro, il prete aveva già intrapreso volontariamente).

Il parroco della provincia di Venezia, che si è dimostrato sempre molto collaborativo, ha subito ammesso la sua debolezza per il gioco d'azzardo e ha spiegato che - come fanno molti giocatori - era convinto di poter vincere e di poter rimettere, in qualsiasi momento, i soldi al proprio posto. Infine, don Flavio si è impegnato a rifondere alla sua parrocchia tutti i soldi sottratti. E, a quanto pare, ha già iniziato ad onorare il suo debito.