Lo scorso 13 aprile, l'attivista del PD Chiara Foglietta e la sua compagna Micaela Ghisleni si sono recate all'ufficio Anagrafe del Comune di Torino, con l'intenzione di registrare il loro bambino, nato con la procreazione assistita, realizzata in Danimarca. La richiesta delle due mamme, però, è stata respinta, in quanto ritenuta contraria alla normativa vigente. Chiara Appenadino, a quel punto, ha immediatamente preso in mano la situazione.
L'intervento del sindaco
Fin da subito, il sindaco di Torino Chiara Appendino si è schierata al fianco delle due donne, dichiarandosi disponibile a "forzare la mano", affinché il loro bambino potesse essere registrato all'anagrafe nel minor tempo possibile.
Con un comunicato tanto deciso quanto chiaro negli intenti, la pentastellata ha rivendicato il diritto alla genitorialità di Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni, accusando, per certi versi, un apparato burocratico e legislativo ancora indietro su certi argomenti. Infatti, la normativa attuale non permette a due donne di essere registrate entrambe come genitori di un bambino.
La svolta
La appendino, dunque, aveva promesso un intervento tempestivo e, visti i risvolti del caso, non si può certo dire che la promessa non sia stata mantenuta. Infatti, proprio nella giornata di oggi, l'attivista del PD e la sua compagna, sono finalmente riuscite a realizzare il loro sogno di diventare, a tutti gli effetti, genitori del piccolo Niccolò Pietro.
Sotto certi aspetti, quindi, il sindaco di Torino è definitivamente entrato nella storia. Infatti, si tratta del primo caso, in Italia, di bambino con due mamme riconosciuto fin dal momento della nascita. Insomma, un risultato davvero straordinario per tutte le famiglie omogenitoriali che, come Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni, hanno il desiderio di donare tutto il loro amore ad un bambino.
Ma non finisce qui
Ciò che è accaduto oggi, a Torino, ha il sapore di una vera e propria svolta. Infatti, come ha dichiarato la stessa Chiara Appendino, l'evento odierno non rappresenterà un "caso eccezionale" ma, grazie ad una progressiva modifica della normativa, costituirà una vera e propria soluzione per tutte le coppie dello stesso sesso che, inevitabilmente, vogliono essere riconosciute a tutti gli effetti come una famiglia.
Un gesto di grande umanità, dunque, quello realizzato dal sindaco del capoluogo piemontese, che si è assunta la responsabilità di una decisione che, per certi aspetti, può essere definita "rivoluzionaria", almeno nel nostro Paese.