Per la terza volta consecutiva Viktor Orban è presidente dell'Ungheria. Come riportato da un articolo pubblicato sul sito web del Fatto Quotidiano, il premier magiaro ha stravinto le elezioni ottenendo il 49,5 % dei voti. Inoltre il partito di governo 'Fidesz' è riuscito a conquistare ben 133 seggi su 199, ottenendo una percentuale che potrebbe dargli la super-maggioranza necessaria per effettuare i cambiamenti costituzionali. Come sostenuto da diversi opinionisti ed analisti, la vittoria di Orban è stata abbastanza 'scontata' e ha registrato la netta sconfitta delle opposizioni liberal, nonché un risultato decisamente sotto le aspettative per il partito di estrema destra 'Jobbik'.

La ricetta di Orban: lotta contro immigrazione, Unione Europea e Soros

La campagna elettorale condotta dallo staff di Orban è stata indubbiamente fondamentale. Difatti, essa si è concentrata su delle tematiche particolarmente sentite dalla popolazione come la questione della crisi migratoria e l'opposizione alle attuali politiche dell'Unione Europea. Su ciò, c'è anche da dire che Orban e il Fidesz hanno sostenuto che la lotta all'immigrazione di massa rappresentava anche la lotta al tentativo di 'islamizzare l'Europa' e lo stesso presidente ungherese ha più volte accusato il noto finanziere e filantropo statunitense di origine ebraico/ungherese George Soros di di essere la 'mente' che sta dietro tale ipotizzato piano politico.

L'Ungheria contemporanea: 'democrazia illiberale' o 'democrazia sovrana'?

La vittoria di Orban è stata vista da alcuni analisti ed opinionisti occidentali come l'ennesima conferma che l'Ungheria contemporanea è una 'democrazia illiberale'. Secondo questi opinionisti ed analisti, il governo della nazione magiara si è sempre di più allontanato dagli standard liberal-democratici tipici dei paesi dell'Europa occidentale e si è avvicinato a quelli che caratterizzano la Russia di Putin e alcuni paesi dell'Europa orientale.

Su tale tematica, c'è da dire che spesso i simpatizzanti dell'attuale governo ungherese e/o di quello russo affermano invece che tali paesi sarebbero esempi di 'democrazie sovrane' ed 'espressione del popolo', mentre a loro dire le democrazie dell'Europa occidentale sarebbero 'paradossalmente' meno democratiche in quanto sempre di più rette da determinate élite economico/finanziarie.