Come confermato dal primo ministro belga, Jan Jambon alla radio Bel Rtl, Benjamin Herman, l'uomo che ieri ha ucciso due poliziotte ed uno studente al grido di Allah Akbar, aveva già ucciso un uomo la sera prima del massacro. La vittima, Michael Wilmet di 30 anni, trovato all'interno di un'abitazione nel comune belga di Marche-en-Famenne, era un ex detenuto che Herman conosceva. Wilmet, secondo la TV pubblica Rtbf, sarebbe stato ucciso a colpi di martello, trovato poi nell'auto di Herman a Liegi.

il ministro ha spiegato che " ci sono elementi, ma anche contro-elementi" che possono collegare la strage di Liegi al terrorismo.

Aggiunge il ministro: "ci sono inoltre segnali che l'autore Benjamin Herman si fosse radicalizzato in carcere ma ci dobbiamo porre molte domande".

Strage la mattina del 29 maggio

Benjamin Herman, un 31enne originario di Rochefort, aveva intenzione di colpire la polizia. Lo ha fatto, in centro a Liegi, sulla strada del boulevard d'Avroy provocando tre morti e quattro feriti. L'uomo aveva preso di mira due agenti donna, le ha aggredite alle spalle, si è appropriato delle loro pistole di servizio, e le ha uccise. Subito dopo ha sparato ad un giovane di ventidue anni, a caso senza un motivo, seduto in un'auto dal lato passeggero, ed in seguito è entrato nel Liceo di Waha dove ha preso in ostaggio una donna.

All'intervento della polizia, il killer ha sparato contro i due agenti ferendoli. Quindi è stato ucciso.

Herman, che da tempo non aveva più rapporti con la famiglia, aveva un passato da criminale, è entrato ed uscito molte volte dal carcere per reati minori. L'ultima volta ieri, per un congedo.

La procura ha aperto un'inchiesta per terrorismo, anche se non è schedato come radicalizzato, ma presente in più dossier.

Sono ancora sconosciuti i motivi che hanno spinto l'uomo a compiere tali gesti, che potevano essere molto più sanguinosi. Come ha sostenuto il ministro belga Koen Geens, era un criminale ma non era nota la sua vicinanza all'Islam radicale e violento. Tutto fa pensare che sia avvenuta in carcere la sua radicalizzazione, ma dagli elementi raccolti il premier ha invitato a "non qualificare" il killer.

Il suo obbiettivo dall'inizio era la polizia come confermato dal capo della polizia di Liegi Christian Beaupère.

La città è ancora sotto shock per l'accaduto, cercando di capire cosa sia successo, metterà le bandiere a mezz'asta e osserverà un minuto di silenzio.