Il trasporto pubblico di Roma versa in condizioni pessime: ritardi, cancellazioni, guasti e, addirittura, incendi sono ormai all'ordine del giorno. E, i vertici atac, hanno deciso di vederci più chiaro. Così, nelle scorse ore, in Procura, sono sfilati i manager dell'Azienda per i Trasporti Autoferrotranviari della Capitale. Il pubblico ministero Mario Dovinola ed il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia hanno aperto un'inchiesta e stanno vagliando i numerosi episodio di incendio e danneggiamento dei mezzi e ipotizzano non solo reati colposi, ma anche sabotaggio.

Bus in fiamme e tram fermi

Gli inquirenti sono al lavoro su diversi episodi ritenuti sospetti; stanno analizzando non solo l'incendio di via del Tritone (finito sulle pagine dei quotidiani di mezzo mondo), ma anche episodi successivi: più di un bus, nelle ultime settimane, ha infatti preso improvvisamente fuoco. Anche i tram sono finiti sotto la lente del pm e del procuratore aggiunto. Circa un mese e mezzo fa, infatti, ben 9 tram che collegano il quartiere di Trastevere a Piazza Venezia sono finiti in avaria. In un primo momento si era pensato a problemi tecnici, ma poi si era scoperto che i freni erano stati bloccati da pezzetti di plastica e legno. Subito, quindi, si è fatto largo il sospetto del sabotaggio.

Probabilmente messo in atto da qualcuno interno all'azienda, forse degli operai.

I dirigenti a piazzale Clodio

Nella giornata di ieri, a piazzale Clodio tre dirigenti dell'Atac sono stati sentiti in qualità di testimoni. I tre manager, che si occupano del servizio in superficie, della sicurezza e della vigilanza, hanno portato al magistrato diverse statistiche che saranno valutate dagli inquirenti per capire se dietro ai danneggiamenti ed agli incidenti ci sia davvero una regia.

I dirigenti dell'azienda municipalizzata di Roma hanno anche riportato una serie di circostanze ritenute sospette ed anomalie. Infatti, si è notato che nei magazzini spesso mancano pezzi oppure mezzi ritenuti in ottime condizioni, improvvisamente, presentano problemi.

Nemici interni

Secondo i dirigenti Atac non è escluso che il malcontento del personale (dovuto magari alla lotta all'assenteismo) avrebbe favorito la nascita di "nemici interni" pronti a sabotare i mezzi pur di danneggiare l'azienda e metterla in difficoltà.

L'ipotesi, non nuova, avanzata dai manager è confermata anche dalla scelta di installare in diversi depositi, telecamere di videosorveglianza. Una scelta obbligata, visto i continui disservizi, ma che metterà a dura prova le già malandate casse Atac. L'azienda, proprio oggi, presenterà un nuovo piano per il concordato fallimentare.