Il braccialetto come regalo di separazione, potrebbe esserci questo nel futuro di chi non si rassegna ad una relazione finita e continua a “stalkerare” il partner o la partner; il regalo poi, non se lo farà la coppia, ma il magistrato che, a seguito di denuncia, dovesse individuare dei rischi concreti per la sicurezza dell’individuo preso di mira.

Ci stanno pensando seriamente Ministero dell’Interno e Fastweb che nei prossimi giorni presenteranno il frutto della convenzione stipulata alla fine dello scorso anno: un braccialetto elettronico come misura cautelare per tracciare i movimenti del molestatore e avvertire la potenziale vittima della sua presenza in luoghi vicini a quelli frequentati, lo riferisce il quotidiano romano Il Messaggero.

L’uso di strumenti elettronici come contrasto al reato di stalking è previsto nel codice penale art 612 bis (stalking ed atti persecutori) laddove con riferimento alla sanzione di allontanamento precisa che colui che è allontanato dalla casa familiare può essere controllato attraverso strumenti elettronici, ma la procedura tecnica in italia era molto farraginosa basti pensare al caso della donna di Mirano che per evitare aggressioni da parte del partner si era dovuta rendere disponibile, lei stessa, a farsi mettere un braccialetto elettronico gemello a quello attivato sul suo persecutore.

Il braccialetto elettronico come misura alternativa alla detenzione, che nella nuova ridefinizione del reato di atto persecutorio può essere punito, in circostanze che non presentino maggiori gravità, con la reclusione da sei mesi a cinque anni, già dalla prossima estate potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo ed essere usato contro i molestatori.

Ma come, si dirà, le carceri sono piene anche perché in Italia le misure alternative non funzionano e comunque distolgono molte risorse economiche ed operative delle Forze di Polizia? Ed è qui che si inserisce la convenzione, che nelle intenzioni di Fastweb dovrebbe mettere a disposizione, a regime, 36 mila braccialetti elettronici con costi notevolmente ridotti rispetto a quelli oggi utilizzati.

Dallo stalking al femminicidio

Il reato di stalking, poi, appare strettamente legato anche al fenomeno delle donne uccise dal partner. Le vittime di questo omicidio, che ha assunto un termine identificativo nella parola femminicidio, cadono per mano di mariti, conviventi e fidanzati in oltre il 60% dei casi e nell’80% di questi, l’assassinio avviene tra le mura familiari; da qui la necessità di allontanare il persecutore dalla preda.

Il dispositivo, cosi come presentato da Fastweb, dovrebbe agire a due livelli di intervento: quando scatta l’allarme di eccessivo avvicinamento, le forze dell’ordine potrebbero contattare il vigilato per indagarne le intenzioni; nel contempo la potenziale vittima, una volta avuta la segnalazione di prossimità del suo persecutore, potrebbe allertare le forze dell’ordine del rischio incombente.

A favore di questa scelta, i costruttori, portano le esperienze operative di altri paesi in cui questa misura è stata adottata e che ha portato ad un calo di reati gravi vicino al 20%.