La Cronaca Nera non è il modo migliore per iniziare la settimana, tuttavia siamo costretti a parlare di queste tragedie per sensibilizzare le persone al fine di evitare che episodi come questi si possano ripetere. Siamo a Cecchina, nei pressi della nostra capitale dove è avvenuto quello che si presuppone un omicidio-suicidio scaturito al culmine di una lite tra madre e figlia. Sembrerebbe infatti che la donna di 43 anni avrebbe accoltellato la figlia di 18 anni più volte sul pianerottolo di casa per poi, presa dai sensi di colpa, dar fuoco all’appartamento e lanciarsi dalla terrazza della palazzina.
Del crimine non si sa ancora molto altro, la mancanza di testimoni rende l’ipotesi della scientifica la pista più probabile su cui indagare. Una pagina triste della psicologia dei legami famigliari, ove le emozioni hanno prevalso sui sentimenti trasformando quella che poteva essere una lite come tante in una tragedia drammatica.
I legami famigliari aberranti
Non esiste modo per spiegare e piangere l’accaduto noi possiamo solo studiare le dinamiche relazionali inter famigliari classiche, per poter così individuare le aberrazioni (da latino ab-erratio, deviazione o discostamento dagli standard) che hanno sorretto la famiglia coinvolta nella tragedia. Lo studio dei legami famigliari dedica buona parte delle sue attenzioni alle fasi di transizione della famiglia e dei membri che la compongono: partiamo da qua, perché solitamente i momenti critici all’interno di una famiglia sono vissuti durante il passaggio da una fase all’altra.
I figli vivono come prima grande transizione all’età adulta l’adolescenza, fase chiave dello sviluppo psichico e fisico dei ragazzi i quali spesso vivono sentimenti contrastanti verso i loro genitori. Tuttavia la giovane vittima aveva già 18 anni, quindi la transizione all’adolescenza in lei si presuppone fosse terminata: siamo di fronte ad un vicolo cieco?
L’adulthood
I più recenti studi hanno dimostrato come nelle generazioni moderne si è andata a delineare una nuova fase dello sviluppo situata tra l’adolescenza e l’età adulta: prende il nome di adulthood e delinea quel periodo variabile tra l’adolescenza e la maturità dentro le mura del nido famigliare. La parola adulthood infatti si presenta come l’evoluzione di childhood, dall’inglese “giovinezza”, riscrivendo il significato della parola “adulto”.
Questa fase sorge verso i 18-20 anni, e corrisponde a quel delicato momento dove i figli esigono la loro libertà dal nucleo famigliare troppo ancora attaccato alla prole (gli studi hanno dimostrato come l’adulthood si presenti più facilmente in compresenza di una “mamma chioccia”). Se la giovane vittima si fosse trovata in questa fase, la discussione tra le due parti poteva vertere proprio sui legami tra madre e figlia, argomento delicato in una discussione.