Chieti, è il 22 maggio quando Fausto Filippone, 49 anni, dirigente di una ditta di abbigliamento, compie un atto prima omicida e infine suicida. Filippone avrebbe infatti percorso insieme alla figlia il viadotto dell'A14, gettando poi la figlia da 40 metri, uccidendola.
Il padre, rimasto aggrappato al viadotto per ben sette ore si getta poi anch'egli nel vuoto, lasciando dietro di sé solamente un biglietto con dei nomi scarabocchiati sopra.
Il genitore sarebbe andato a prendere la bimba, dagli zii materni a Pescara conducendola poi in quel viadotto che sarebbe stato testimone dei suoi ultimi atti di vita.
A chiamare i soccorsi ci hanno pensato gli automobilisti che, attoniti, avrebbero assistito a questa triste vicenda.
Una vicenda come questa passa difficilmente inosservata, anzi desta sempre molto scalpore e davanti a una notizia del genere si aprono molti interrogativi che non sempre trovano risposta, il Dottor Luciano Casolari ha tentato invece di fornirci delle risposte, ponendo al centro delle vicende il comportamento che un individuo adotta nelle situazioni di ansia.
L'influenza dell'ansia sui comportamenti degli individui
L'ansia è una sensazione presente nella vita dell'uomo, questa si manifesta come se fosse un 'campanello d'allarme', aiutandoci a capire e ad affrontare determinate situazioni, inquadrandole come favorevoli o dannose per la nostra persona.
Ovviamente essa è considerata normale fino a quando non degenera, finendo per perdere il collegamento con eventi suscitanti questo sentimento e diventando una presenza costante nella vita di un individuo: in questo caso allora possiamo parlare di ansia come una patologia.
Esistono tre tipi di patologie legate all'ansia. La somatizzazione, nonché un costante stato di tensione ed allerta del corpo, che a lungo termine potrebbe sfociare nella comparsa di malattie corporee.
Il secondo tipo di patologia è la trasformazione dell'ansia in paura, da cui ne scaturiscono una serie di crucci e pensieri disturbanti, la creazione di queste 'fobie' è, talvolta, un disturbo ossessivo che porterà gli individui ad adottare, nei confronti della loro vita, un comportamento volto alla riflessione ed all'analisi di ogni minimo dettaglio.
Vi è infine la terza fase, che vede l'intervento più diretto dell'azione di 'scarico' del proprio malessere interiore, prevedendo quindi un rapido passaggio all'azione sia etero che auto diretta.
Il Dottor Casolari ritiene quindi che una persona che arriva ad uccidere il proprio figlio sia, molto probabilmente, caratterizzata da una personalità volta all'azione impulsiva e diretta, questo tipo di 'metabolizzazione' dell'ansia permette, a dispetto degli altri due, una socializzazione normale ed una buona integrazione nell'ambito sociale.
Usualmente chi soffre di questo disturbo, a differenza degli altri due, non lascia trapelare insicurezza poiché a chi appartiene questo modo di 'scaricare' lo stress spesso appartiene anche una certa sicurezza di sé.