Il 15 maggio, dopo 3 anni di lavori, il ponte sullo stretto di Kerch, che congiunge la penisola di Crimea alla Russia continentale, è stato completato. Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, è salito a bordo di un camion che ha attraversato il ponte per la prima volta, accompagnato da un corteo di mezzi che ha dato una dimostrazione definitiva all'ucraina e al mondo.

Il referendum, tenutosi il 16 marzo del 2014, con il quale il 97% dei residenti della penisola crimeana ha votato l'annessione alla Russia, risulta illegittimo secondo la Costituzione ucraina, nonché un precedente controverso per il diritto internazionale, a causa dell'aggressione militare di cui Mosca è accusata, perpetrata - si dice - a danno delle forze armate ucraine e dei civili della zona.

Il gesto di Putin, dunque, sancisce la definitiva sconfitta del diritto internazionale, che non è riuscito ad andare oltre l'applicazione di misure restrittive di natura economica e Politica contro il Cremlino e contro la stessa Crimea.

Difatti, il governo centrale di Mosca continua a mantenere "de facto" il controllo sulla regione, dove nel 2017 si sono tenute le prime elezioni per il rinnovo della Duma, e quest'anno ha anche potuto votare per le elezioni presidenziali, con punte di consenso di oltre il 92% per Vladimir Putin. Il controllo concreto si manifesta, inoltre, con il fatto che, per avere accesso alla penisola, si debba richiedere un visto consolare presso le rappresentanze diplomatiche della Federazione russa.

Russia-Ucraina: tensione alle stelle

In Ucraina la risposta, ovviamente, non è stata delle più tenere: alcuni parlamentari e media hanno asserito che il ponte fosse in realtà "gonfiabile", salvo poi punire una serie di cittadini ucraini che hanno provato ad attraversarlo, inasprendo i toni del conflitto politico tra Kiev - ormai esasperata da un sentimento nazionalista forte - e Mosca, che non arretra di un millimetro dalla sua posizione.

Scarse le reazioni dell'Occidente, che continua a mostrare i denti ad un Paese che non ha ancora mostrato alcuna minaccia concreta per la sicurezza europea, ma che, con quest'iniziativa, ha fatto capire al mondo che la direzione non è più univoca.

La situazione in Crimea resta controversa, così come nel resto dell'Ucraina ribelle, con particolare attenzione alle regioni del Donbass, dove la guerriglia continua quotidianamente, portando con sé povertà e miseria.