Sono trascorsi ben 40 anni dal giorno in cui in Parlamento si votava una delle norme tra le più contestate della nostra storia repubblicana, la legge 194, che depenalizzava l'interruzione volontaria della gravidanza, permettendo di porre rimedio alla piaga nascosta degli aborti clandestini.

Un traguardo che alle spalle aveva decenni di aspre battaglie femministe e di radicati scontri sul piano ideologico, ad illuminare un'Italia visceralmente divisa. Il dibattito, 40 anni dopo, non ha perso neanche un barlume di vitalità e attualità.

Proprio il 22 maggio 1978 il Parlamento italiano approvava, con la legge 194, la tanto discussa legittimità dell'aborto.

Questa normativa comportava una rivoluzione su diversi livelli: veniva per la prima volta riconosciuto il diritto ad una gravidanza volontaria e responsabile, all'assistenza ospedaliera qualora si volesse far ricorso all'interruzione. Veniva sancito, tra le altre cose, anche un fondo annuale da destinare al finanziamento di consultori locali.

Pillole di storia

Erano anni turbolenti, quelli, quando per le strade si assisteva a crocevia di donne decise ad ottenere il privilegio e il diritto ad una maternità libera, non controllata e consapevole, a fronte degli innumerevoli decessi per aborti clandestini. La condanna del mondo cattolico non aveva tardato a farsi sentire, ma quella volta i dubbi dei politici furono in grado di prevaricare sul conservatorismo.

Un momento storico che ad oggi sembra lontanissimo, quando anche la pillola anticoncezionale era considerata un'eresia. Non più di trent'anni prima, la guerra aveva rappresentato una cesura netta per la civiltà occidentale, e il mondo femminile non rimase da parte. Una nuova consapevolezza si era fatta strada e aveva guidato le donne fino all'ottenimento del voto.

L'impasse del '68 rimescolò ruoli, diritti e doveri, preparando il terreno ad un ampio progetto di riforme. Cavalcando l'onda promossa da una narrativa letteraria che denunciava l'ormai obsoleto modello di balia del focolare domestico, le donne orientarono la rotta delle battaglie sociali in favore di una presa di possesso della propria fisicità.

Lasciamo parlare i dati

Nel 2016, in Italia, il numero di interruzioni volontarie è sceso per la prima volta sotto la soglia dei 60.000 casi. L'andamento evidenzia - specialmente tra i minori - un aumento del numero dei partner, e un inizio sempre più precoce dei rapporti intimi. A tutto ciò si unisce una fruizione maggiore di contraccettivi ormonali.

Di certo, l'educazione gioca un ruolo fondamentale nella presa di consapevolezza di se stessi, anche sul piano della sessualità. Ecco che, secondo recenti studi, donne con un titolo di studio inferiore registrano un maggiore tasso di abortività.

Al di là delle cifre, con la legge 194 la maternità ha finito di macchiarsi del crimine di "assassina", e di gattonare tra i fanghi dell’umiliazione per diventare più autentica e sentita. E mai come oggi, in una società impegnata a riconfermare quotidianamente i propri diritti, celebrare questo anniversario è di sostanziale importanza.