Vincenzo Panico, 35enne residente a Castello di Cisterna (Napoli), e Francesco Cirillo, 22enne originario di Pomigliano D'Arco (NA), entrambi già noti alle forze dell'ordine, sono stati tratti in arresto questa mattina dai carabinieri. I due hanno preso a noleggio una nuovissima automobile marca Opel modello Karl in un’agenzia concessionaria di Pomigliano D'Arco e hanno simulato un incidente con l'auto della vittima prescelta, un 51enne residente a Marigliano (NA).

L'accaduto

I due truffatori hanno messo in atto quella che è conosciuta come la classica 'truffa dello specchietto'.

Scesi dalla proprio autovettura, i due malviventi hanno chiesto con insistenza al malcapitato la somma di 150 euro come risarcimento danni del sinistro. La richiesta di scuse, la discussione piuttosto animata, i dubbi sulla reale responsabilità dell'incidente e i toni di voce sempre più alti tra i tre contendenti hanno attirato l'attenzione di un passante, il quale - avendo notato che l'autoveicolo dei due truffatori non recava nessun danno - ha immediatamente allertato le forze dell'ordine. Così sono subito giunti sul luogo del sinistro i militari dell'arma della stazione carabinieri di Somma Vesuviana (NA). Le fiamme d'argento hanno prontamente ricostruito la dinamica dei fatti e bloccato i due malviventi, in arresto per il reato di truffa aggravata.

Panico e Cirillo sono ora in attesa del giudizio durante il processo che si terrà secondo il rito per direttissima.

I precedenti e il reato

Non è la prima volta che il territorio dell'hinterland vesuviano viene interessato da questo generi di reati. Con il dilagare della crisi economica si sono moltiplicati in maniera esponenziale i casi di truffa, ai danni soprattutto di persone anziane. Non ultimo l'episodio criminale verificatosi nel comune di Cicciano, nel napoletano, dove una anziana è stata vittima di una malintenzionata che, fingendosi una volontaria di un'associazione onlus di solidarietà e beneficenza, ha tentato in tutti i modi di spillare denaro contante all'ignara signora. L'ordinamento giuridico italiano all'interno del codice penale punisce la truffa, disciplinata dall'articolo 640 e seguenti, con la reclusione dai 6 mesi ai 3 anni e con la sanzione pecuniaria dell'ammenda che può oscillare dai 51 ai 1.032 euro. Sono previste pene aggravate nel caso si configuri il reato di truffa ai danni dello stato.