Due fratelli gemelli, Bruno e Francesco Grilli di 55 anni, si sono gettati nel vuoto da un cavalcavia dell'autostrada A24 (che collega Roma a L'Aquila) all'altezza del km 12.700, poco dopo il casello di Tivoli. E' successo nel primo pomeriggio di sabato 26 maggio. I due uomini sono nati a Roma, ma risiedono da tempo a Gallicano nel Lazio (piccolo centro ad una quarantina di km dalla Capitale).

L'ipotesi del suicidio

Secondo le prime frammentarie notizie alcuni testimoni hanno riferito ai vigili del fuoco la presenza di un'auto, una Renault Clio intestata ad uno dei fratelli parcheggiata in una piazzola di sosta, lungo il viadotto dell'autostrada.

70 metri più sotto, in un punto particolarmente impervio per via della folta vegetazione, sono stati, invece, rinvenuti dai reparti speciali i corpi ormai senza vita dei fratelli Grilli.

Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della vicina stazione, i poliziotti del Commissariato di Tivoli e gli agenti della polizia stradale. Ancora non è chiara la dinamica e, nonostante non si possa escludere ancora nessuna ipotesi, la pista più accreditata sarebbe quella del suicidio.

Il dolore per la morte della madre

Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, i due fratelli, entrambi celibi, non avrebbero lasciato alcun biglietto di addio. Una cugina, raggiunta dai Carabinieri, ha spiegato che nei prossimi giorni i due avrebbero dovuto cominciare a lavorare nel suo vivaio e nulla faceva presagire un epilogo tanto tragico.

Bruno e Francesco Grilli stavano passando un periodo piuttosto difficile in quanto non avevano superato la perdita della madre novantenne, deceduta poche settimane fa. Gli inquirenti, pensano, dunque, che dietro la scelta di compiere l'estremo gesto ci sia stata l'incapacità di gestire un grave lutto. Per chiarire le cause e la dinamica della vicenda, comunque, nelle scorse ore, il pm della procura di Tivoli, ha deciso di sottoporre l'auto dei fratelli a sequestro.

La tragedia di Francavilla

Quanto successo nel pomeriggio di sabato lungo la A24, all'altezza di Tivoli, ha riportato alla mente la terribile tragedia di Francavilla al Mare. In quel caso, i risvolti sono stati ancora più drammatici ed orribili in quanto il suicidio dell'uomo era stato preceduto da un duplice omicidio. Fausto Filippone, 49enne di Pescara, prima di gettarsi dal cavalcavia, ha, infatti, lanciato nel vuoto la figlia di soli 10 anni, tra i caselli di Pescara Ovest e Pescara Sud Francavilla.

La bambina, Ludovica, era morta sul colpo dopo un volo di circa 30 metri ed il suo corpicino, inerte, era rimasto sull'asfalto per ore. Prima di suicidarsi, il 49enne, aveva chiesto perdono, più volte. Qualche ore prima, Filippone, aveva ucciso, gettandola dal balcone di casa, la compagna, Marina Angrilli, professoressa di 52 anni.