Dopo anni di incertezze circa l’esistenza del pianeta nove, arriva uno studio dell'University of Colorado at Boulder a placare gli entusiasmi. L'esistenza del misterioso pianeta si fa sempre più misteriosa.

Le ipotesi

La prima volta che è stata avanzata un'ipotesi relativa all'esistenza di un nono pianeta risale al 2012. Scott Sheppard e Chadwick Trujillo, della Northern Arizona University, osservando il sistema solare si accorsero che nelle vicinanze dell'orbita di Nettuno non tutto andava come previsto dalle teorie che spiegano la gravità. Così scoprirono diversi corpi celesti oltre l’orbita dell'ottavo pianeta (oggetti trans nettuniani), composti da materiali principalmente solidi.

Uno di questi oggetti scoperti dai due scienziati attirò maggiormente l’attenzione. Si tratta di VP 113, corpo celeste con un’orbita particolarmente irregolare. Questa irregolarità, pensarono Sheppard e Trujillo, può essere causata dalla presenza di un altro pianeta, oltre Nettuno, che altera l’orbita di VP 113. Così grazie a qualche simulazione al computer e qualche approfondimento teorico, si è pensato che questo pianeta, per alterare in modo così considerevole l’oggetto trans nettuniano VP 113 dovesse avere una massa compresa tra le 2 e le 15 masse terrestri e distante da noi 200 UA (unita astronomiche), circa 30 miliardi di chilometri.

Possibili scenari sul nono pianeta

L’entusiasmo cresceva, la scoperta di un nuovo pianeta era vicina e gli studi progettati per confermare l'ipotesi di Sheppard e Trujillo non si arrestavano.

Nel giugno 2014 e nel gennaio 2016 due ricerche portate avanti in maniera indipendente arrivano allo stesso risultato (in tempi così lontani). Sembrava infatti che le orbite degli oggetti trans nettuniani giacessero tutte nel medesimo piano durante il loro percorso orbitale. Questa osservazione dava forza alla teoria che esiste un nono pianeta che con la sua forza gravitazionale attira verso di sé, alterando e influenzando il movimento dei corpi celesti nettuniani.

Solitamente due ipotesi a favore non bastano a confermare una teoria. Un corpo errante nello spazio e uno stesso piano orbitale non sembrano essere presupposti sufficienti per poter asserire con assoluta certezza l’esistenza di un nuovo pianeta nel nostro sistema solare. Il pianeta nove dovrebbe avere una massa pari a 10 volte quella della Terra e ciò significa che se dovesse entrare nel nostro sistema le conseguenze che arrecherebbe al nostro equilibrio gravitazionale sarebbero considerevoli.

Anche se in questo caso potrebbe esserci una probabilità di “accoglienza pacifica” all'interno della nostra famiglia planetaria, senza causare spostamenti di nessun tipo allo schema attuale del sistema solare. L’ultimo studio su questo argomento condotto dagli esperti della University of Colorado at Boulder spiega le anomalie gravitazionali degli oggetti trans nettuniane imputando la causa agli oggetti stessi. Il movimento irregolare dei corpi celesti può essere dovuto dagli urti che spesso accompagnano le orbite di questi oggetti e questi continui scontri potrebbero spiegare da soli queste alterazioni anomale.

Il pianeta nove non è mai stato osservato. Gli studi però proseguono e non è facile spegnere l’entusiasmo di un astronomo di fronte alla possibilità di un nono pianeta nel sistema solare. Se esiste senza dubbio verrà scovato. Altrimenti continuerà a nascondersi per sempre.