I carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, hanno arrestato 6 persone: Tommaso Rega, soprannominato "O' Chirichiell" (53 anni), originario di Brusciano e considerato il capo del clan omonimo, Vincenzo Turboli di 39 anni (anche lui di Brusciano), Tommaso Di Maio di 48 anni e Maurizio Castellano, 43 anni. Inoltre le ordinanze di custodia cautelare sono scattate anche per il 28enne Giovanni Rega e per Nicola Vallefuoco di 32 anni, entrambi già detenuti per altri reati.

I 6 affiliati al clan Rega sono accusati di tentata estorsione, estorsioni e lesioni personali, reati aggravati da metodo e finalità mafiose.

Nello specifico, avrebbero perpetrato una serie di attività estorsive ai danni di numerosi commercianti e imprenditori della zona, perseguitati anche tramite atti di violenza e pestaggi. L'ordine di custodia cautelare è stato eseguito dai militari dell'Arma per ordine del gip di Napoli.

Le vessazioni a scopo di estorsione

I 6 indagati sarebbero responsabili di una serie di attività persecutorie con finalità di estorsione ai danni di imprenditori della provincia di Napoli: spesso, per costringere i malcapitati a pagare il pizzo, li assalivano picchiandoli o piazzando delle bombe negli esercizi commerciali.

Tutto ciò è andato avanti fino a quando una delle vittime, pestata brutalmente per non aver versato una rata del pizzo, è riuscita a trovare la forza e il coraggio per denunciare i suoi aguzzini presso il comando dei carabinieri della stazione di Brusciano.

Le indagini e gli arresti

In seguito alla denuncia presentata dal commerciante picchiato dai malfattori, gli investigatori hanno fatto partire subito le indagini. Nel corso dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Napoli, gli uomini della Benemerita sono riusciti a raccogliere diversi elementi e prove a carico dei 6 uomini, e così è stato possibile risalire alle loro attività di estorsione che, spesso, sfociavano in episodi di violenza nei confronti dei negozianti della cittadina di Brusciano e di altri comuni limitrofi.

I 6 uomini affiliati al clan Rega finiti in manette sono stati incastrati soprattutto dalla minuziosa ricostruzione, da parte degli inquirenti, del movente estorsivo nei confronti dell'uomo che, aggredito brutalmente per non aver pagato una parte del pizzo, si era poi rivolto ai carabinieri per chiedere che fosse fatta giustizia.