Accompagnato in treno da tre amici un ragazzo disabile in carrozzina non trova posto nello spazio riservato ai diversamente abili. Il vano era occupato indebitamente da 2 valigioni. Il controllore, accortosi dell'occupazione "abusiva", interviene chiedendo di chi fossero i bagagli. Un signore seduto poco più in là viene invitato dal controllore a spostare le 2 valige. Nel mentre si accinge a spostarle si lascia sfuggire, seppur sottovoce "Perché questi non se ne stanno a casa invece di andare in giro". Il riferimento, ovviamente, era al ragazzo in carrozzina.
Le valige vengono spostate su due sedili liberi, poco più avanti. L'offesa, seppur pronunciata sottovoce, però non passa inosservata. Una signora, infatti, l'ha sentita e per tale motivo affronta quell'uomo che ha dimostrato poco senso civico e tanta insensibilità. "Perché non se ne sta casa lei, invece di andarsene in giro e costringerci ad ascoltare le sue sciocchezze", così lo apostrofa, piazzandoglisi di fronte. L'uomo resta annichilito, evidenzia imbarazzo, ma anche vergogna per la frase pronunciata nei confronti del giovane in carrozzina.
Le scuse del signore al giovane disabile
Imbarazzato il signore, sulla cinquantina, non può far altro che chiedere scusa alla signora che lo aveva affrontato con cipiglio e a tutti i presenti che avevano assistito alla scena.
"Mi scusi - dice con voce sommessa - scusatemi tutti, sono stanchissimo, ho proprio esagerato". E' un pendolare, stanco per una giornata di lavoro intenso. Ma non si ferma alle scuse generiche rivolte a tutti. Si avvia, infatti, verso il ragazzo disabile in carrozzina e con voce sinceramente affranta gli dice: "Scusami davvero, sono un imbecille!" Il giovane disabile con un sorriso gli risponde: "Tranquillo, da quello si può guarire".
Tra il giovane disabile e lo stanco pendolare nasce una sincera amicizia
Dopo le scuse e l'umile risposta, i due si guardano in faccia e si sorridono. Da un'inopinata offesa si passa ad una sincera amicizia. Il giovane disabile racconta al signore pendolare la sua vita, la sua malattia. Gli dice di essere un ingegnere informatico, mentre il signore gli confida di essere un operaio metalmeccanico.
Nel discutere e nel farsi confidenze, i due scoprono di abitare vicini, a circa 10 chilometri di distanza. Nonostante la vicinanza non si erano mai incontrati. L'episodio che inizialmente sembrava dovesse prendere una brutta piega, ha invece un risvolto imprevisto: il giovane disabile ed il pendolare metalmeccanico decidono di rivedersi e di incontrarsi spesso.