C'erano reperti mai analizzati sulla scena della strage di Erba avvenuta l'11 dicembre del 2006. Reperti che, secondo i legali della coppia condannata all'ergastolo per l'uccisione di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre di lei Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, avrebbero potuto cambiare la sorte processuale di Olindo Romano e Rosa Bazzi.

In data 22 novembre 2017 era stata proprio la Procura a dare il via all'incidente probatorio, rimandando al 16 gennaio 2018 le nomine dei periti che avrebbero dovuto fare le delicate analisi.

Il collegio presieduto dal giudice Enrico Fischetti avrebbe dovuto invece stabilire su quali reperti avrebbero dovuto essere fatte le analisi.

La richiesta posta dalla difesa dei coniugi Romano riguardava un capello, un accendino, un mazzo di chiavi, un giubbotto, un cellulare e una tenda. In particolare la tenda avrebbe potuto, secondo la difesa, cambiare completamente le dinamiche dei delitti avvenuti quel giorno. Valeria Cherubini, una delle vittime, è stata rinvenuta proprio in prossimità della tenda posta nella sua abitazione al piano superiore, che presentava anche uno strappo con una macchia di sangue mai analizzata. Rosa e Olindo hanno sempre negato di essere saliti al secondo piano e quella macchia di sangue avrebbe potuto rivelare la presenza di altre persone coinvolte.

Il problema di natura economica

Ma il 16 gennaio, anziché nominare i periti, la Corte d'Appello di Brescia ha posto il problema di chi dovesse pagare le spese per le nuove perizie, se lo Stato o i coniugi di Erba. Una considerazione di tipo economico, insomma, che ha scatenato la reazione di Fabio Schembri, legale dei coniugi Romano che aveva dichiarato: "Non può passare il principio che su uno ha i soldi può fare la revisione e chi non li ha invece non può".

Ergastolo definitivo per Rosa e Olindo

La quinta sezione penale ha infine rigettato definitivamente l'incidente probatorio finalizzato alla revisione del processo e, conseguentemente, anche le analisi su reperti mai analizzati. A meno che non si ricorra alla Corte Europea, la sorte di Olindo e Rosa sembrerebbe segnata.

Quindi nonostante il pg della Cassazione, Massimo Galli, nella requisitoria scritta avesse chiesto l'accoglimento del ricorso presentato dagli avvocati Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Nico D'Ascola, la Suprema Corte di Cassazione oggi ha chiuso per sempre le porte del carcere per i due condannati.

Un caso controverso, nato nella certezza della loro colpevolezza, indicata anche dall'unico superstite, Mario Frigerio, marito della Cherubini, che, seppur ferito disse di aver riconosciuto nel suo assalitore Olindo Romano. Eppure, col tempo, c'è chi ha iniziato a credere e sostenere l'innocenza dei due. Tra loro anche lo stesso marito di Raffaella Castagna, Azouz Marzouk, che fu il primo ad essere sospettato, ma aveva un alibi di ferro: al momento della strage si trovava in Tunisia.