Il primo cittadino di Caltavuturo Domenico Giannopolo ha scritto una nota di protesta, indirizzata all'assessore dei Beni culturali e dell'identità siciliana, Sebastiano Tusa, sulla mancata valorizzazione per i fini turistici e culturali della splendida Phiale aurea di Caltavuturo, gioiello conservato al museo di Himera risalente tra la seconda metà del IV secolo e la prima metà del III secolo a.C.
Contenuto della nota scritta dal sindaco Domenico Giannopolo
Nella nota pubblicata sul suo profilo Facebook, il sindaco della città madonita ha ricordato che la coppa è stata vista da pochissimi visitatori al museo di Himera, senza dimenticare l'esposizione al Salinas, in altri musei siciliani e fuori regione, per esempio, gli Uffizi di Firenze.
Secondo quanto riporta il dipartimento dei Beni culturali e dell'identità siciliana sui dati della fruizione dei beni culturali nell'isola, nel 2017 il sito dell'area archeologica e dell'Antiquarium di Himera ha registrato 4.868 visitatori (1.699 paganti e 3.169 gratuiti), incassando 6 mila 532 euro e posizionandosi al quattordicesimo posto, nella sezione "incassi", tra i siti della provincia di Palermo.
Alla luce di tali numeri, il primo cittadino Giannopolo non condivide il modo di valorizzare e porre in risalto uno dei più preziosi reperti archeologici della Sicilia. "Abbiamo più volte manifestato come Comune l'interesse a ospitare anche temporaneamente la phiale aurea nella sezione archeologica del museo civico "Don Giuseppe Guarnieri" di Caltavuturo, non solo per elevare la cifra culturale e scientifica del nostro museo, che dalla presenza della phiale aurea potrebbe trarre grande impulso sul piano turistico, ma anche per evidenziare le grandi potenzialità archeologiche del territorio caltavuturese, oggetto tutt'ora di una intensa campagna di scavi per iniziativa del Comune e della Soprintendenza sul sito arabo - normanno di Terravecchia, e dei territori organizzati attorno alla vallata Himera settentrionale, sito ellenistico di grande interesse".
Il sindaco ha ricordato che più volte l'Amministrazione di Caltavuturo ha chiesto di essere autorizzata a riprodurre, in forza di una disposizione del codice dei Beni Culturali, la copia fedele della phiale anche allo scopo di alleggerire gli eventuali pesanti costi espositivi della versione originale senza con ciò disperdere le potenzialità attrattive del reperto e del contesto nel quale sarebbe situato, sul piano turistico e culturale.
"Abbiamo per tempo investito di queste richieste il nuovo assessore ai beni culturali Sebastiano Tusa che conosce luoghi, fatti e circostanze dell'archeologica non solo marina ma anche di quella terrena e segnatamente quella della vallata dell'Himera settentrionale. Ma nulla è successo. Vogliamo segnalare questi fatti perchè riteniamo che il futuro e lo sviluppo della Sicilia passa per la valorizzazione delle sue risorse territoriali e dalla sinergia positiva tra i vertici e l'organizzazione della regione e le istituzioni che operano nei territori.
Diversamente anche questa come tante altre entreranno nel novero delle occasioni mancate".
Dichiarazione dell'assessore regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana, Sebastiano Tusa
L'assessore regionale dei Beni culturali e dell'identità siciliana, Sebastiano Tusa, ha sottolineato che: "Non ho ricevuto questa nota ufficialmente. Ne vengo a conoscenza solo ora. Ovviamente - ha aggiunto - sono pronto a discuterne".
Il commento di Francesca Spatafora, direttore del Polo regionale di Palermo per i Parchi e i musei archeologici e del Museo Salinas
Per Francesca Spatafora la phiale aurea è un reperto prezioso e rappresenta un unicum per la Sicilia. "Tuttavia - ha commentato - ha perso molto del suo potenziale informatico a causa della modalità di rinvenimento, incerte anche in relazione al luogo stesso del rinvenimento, che si è solo supposto possa essere il territorio intorno a Caltavuturo.
Permangono, quindi, molti dubbi anche sul significato da attribuire all'opera in ragione della mancanza di un contesto preciso di rinvenimento (santuario, contesto funerario, abitato?). La phiale - ha aggiunto la Spatafora - tuttavia, rappresenta simbolicamente anche una vittoria dello Stato in relazione al contrasto allo scavo e al mercato clandestino e in ragione di ciò lo Stato lo ha attribuito alla sicilia e la Sicilia a Himera, dove si conservano opere e reperti provenienti dall'intero territorio intorno alla città greca. Da quando il pezzo è rientrato in Sicilia, non solo è stato valorizzato in quello che certamente è il suo più ampio contesto di provenienza, ovvero il territorio intorno alla colonia di Himera, dove nel 2017 è stato visto da oltre 4 mila visitatori, ma ha fatto parte di esposizioni importanti in ambito nazionale e internazionale".
Nel corso degli scorsi mesi la phiale è stata esposta a Zurigo, Marsiglia, Shangai, Los Angeles, Bonn, Assisi, Trapani, Caltanissetta, Caltavuturo, Termini Imerese, Palermo (Palazzo dei Normanni, Palazzo Riso, Museo Salinas, Albergo dei Poveri, Caserma Carlo Alberto Dalla Chiesa), Firenze (Museo degli Uffizi). "Rispetto alla richiesta del Comune di Caltavuturo - ha sottolineato il direttore del Polo regionale di Palermo per i parchi e i musei archeologici - dove peraltro il reperto è stato già esposto in altre occasioni, si è ritenuto, rispondendo formalmente alla richiesta del sindaco, di non potere privare Himera di uno dei suoi reperti più importanti proprio nella stagione estiva, reperto dichiarato tra l'altro "inamovibile" dalla Giunta Regionale di Governo in anni recenti, dicendosi comunque favorevoli alla realizzare una copia della phiale tramite rilevazione 3D dell'opera da potere esporre nel Museo di Caltavuturo.
Si ricorda - ha concluso - tra l'altro che l'Antiquarium di Himera, oltre a essere dotato di tutti gli impianti di sicurezza e videosorveglianza, è soggetto a custodia e vigilanza 24 ore su 24.
Intervento del sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta
"Ha ragione il sindaco di Caltavuturo quando lamenta la mancata valorizzazione dei nostri beni culturali, con particolare riferimento alla phiale aurea - ha commentato il primo cittadino termitano - In effetti, non uno dei tanti governi che si sono succeduti nella nostra regione dalla conquista dell'Autonomia ha scommesso sui beni culturali, artistici, ambientali e archeologici di cui è ricca la Sicilia. Sarebbe stato e sarebbe ancora sufficiente investire solo una parte delle immense risorse "sprecate" in una improbabile industrializzazione, per realizzare le infrastrutture (porti, aeroporti, strade, ferrovie, depuratori) necessarie ad agevolare i flussi turistici che portano ricchezza e non "consumano" l'ambiente".
Oggi, ricorda il sindaco Gunta, la Sicilia continua ad essere difficilmente raggiungibile, persistendo una marginalità infrastrutturale. "E' inutile possedere la Venere di Morgantina quando occorre affrontare una specie di percorso a ostacoli per poterla ammirare. Così come disporre di una struttura come l'Antiquarium di Himera, privo di una adeguata strada di accesso e di un capace parcheggio. Del pari, appare velleitario (anche se apprezzabile sotto il profilo campanilistico) ipotizzare il trasferimento della phiale aurea al museo di Caltavuturo, rendendo più difficile raggiungerla, rispetto all'attuale allocazione nell'Antiquarium di Himera". Il sindaco di Termini, invece, è d'accordo sulla inutilità dei prestiti dei beni all'estero o fuori regione.
Per Giunta non è uno strumento di richiamo ma, al più, il modo di agevolare chi vorrebbe ammirare da vicino le opere d'Arte senza doversi scomodare e venire in Sicilia. "E non si dica che è un modo per pubblicizzare i nostri beni, in quanto grazie a Dio, sono ben conosciuti dai tour operator e dai potenziali visitatori - ha continuato - E' il momento, invece, di lanciare una campagna pubblicitaria nei paesi ricchi dell'Europa, dell'America e dell'Oriente per attrarne i flussi più consistenti di turismo culturale, cui però va assicurata ricettività, comodità e velocità dei mezzi di collegamento, oltre a professionalità del personale addetto e pulizia delle città. La campagna pubblicitaria - ha aggiunto - dovrebbe riguardare anche i siti poco conosciuti ma di grande rilievo artistico, storico, archeologico, etnografico, ecc.
Il governo regionale e quello nazionale non possono pensare che i Comuni (già onerati per il mantenimento dei numerosi musei locali) si facciano carico delle spese necessarie a pubblicizzare adeguatamente i reperti che custodiscono. A questo fine, i Comuni turisticamente meno importanti dovrebbero promuovere un'azione comune per conseguire dal governo regionale più attenzioni e adeguati investimenti. Mi auguro che l'Anci se ne faccia carico".