È stato diffuso poche ore fa il comunicato della Procura di Brescia in merito alla scomparsa - e al ritrovamento - di Manuela Bailo.
La scorsa notte, infatti, F.P., il 48enne incensurato di Ospitaletto (BS) ha confessato di essere responsabile dell'allontanamento e dell'omicidio della 35enne di Nave (BS).
L'uomo, che dalla notte scorsa è in stato di fermo, ha dichiarato di aver commesso il tragico crimine la stessa sera in cui la ragazza non era rincasata, il 28 luglio.
Nonostante nei giorni successivi amici e parenti avessero ricevuto messaggi via WhatsApp da Manuela, il dubbio che non fosse stata lei a scriverli e che non avesse lasciato casa volontariamente così a lungo si è fatto via via certezza.
L'ex compagno, infatti, aveva orchestrato tutto, forse per guadagnare tempo rispetto alle indagini.
Indagini che sono proseguite in queste lunghe settimane, durante le quali l'uomo, già interrogato nelle ore immediatamente seguenti alla denuncia di scomparsa, aveva lasciato la città per recarsi in vacanza con la famiglia.
La scoperta del tragico epilogo: sgomento in paese
Ed è proprio al rientro dalla Sardegna, la sera del 19 agosto, che F.P. ha vuotato il vaso di Pandora.
Nonostante il sindacalista avesse in precedenza dichiarato di non essere più legato sentimentalmente alla collega (entrambi lavoravano al Caf Uil di Nave, ndr) e di averla vista l'ultima volta ad un aperitivo di lavoro il 27 luglio scorso, i fatti dimostrano dolorosamente il contrario.
Indagini e interrogatori sono tuttora in corso: il movente resta per adesso sconosciuto. Pare, però, che la tragedia si sia consumata tra le mura domestiche, nell'abitazione della madre del reo confesso, a seguito di una lite animata. La stessa che gli avrebbe procurato danni alle costole: un particolare che aveva lasciato da subito perplessi gli inquirenti e che l'uomo aveva giustificato con una caduta accidentale.
Gli abitanti di Ospitaletto, tranquillo paese nei pressi della Franciacorta, sono sbigottiti.
L'uomo e la sua famiglia, infatti, sono conosciuti con una buona fama: F.P. è da sempre molto attivo nel sociale con attività di volontariato.
Quella fatale sera del 28 luglio, però, qualcosa è scattato e ha acceso un litigio che si è trasformato in una tremenda uccisione.
Sembra che Manuela e F.P. si fossero incontrati alla casa natale di quest'ultimo per parlare, proprio perché in quel momento la madre si trovava al mare. Ed è lì, appunto, che l'omicidio si sarebbe materializzato, dopo che i due si sarebbero colpiti ripetutamente.
Uno di questi colpi si è rivelato letale. Pare che il cranio della ragazza abbia urtato rovinosamente contro un tavolo presente nella stanza.
Così, solo in seguito, il corpo sarebbe stato portato nel luogo del ritrovamento, ad Azzanello (CR), più di 40 km e 40 minuti di strada dal luogo del crimine.
Il Nucleo Scientifico dei Carabinieri sta continuando con i rilievi nella presunta sede dell'omicidio; raccogliendo dettagli utili al chiarimento del caso.