Manca solo l’approvazione da parte della Conferenza episcopale italiana e poi uno dei passaggi del “Padre Nostro”, una delle preghiere cattoliche più conosciute, l’unica insegnata direttamente da Cristo ai discepoli, sarà modificato: la frase “non ci indurre in tentazione” diventerà “non abbandonarci alla tentazione”.

Papa Francesco: “Può Dio Padre ‘indurci’ in tentazione? Può ingannare i suoi figli”

La nuova formula è già stata adottata sia in Spagna sia in Francia e lo stesso Papa Francesco nello scorso dicembre, intervistato su Tv2000 da don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, aveva spiegato che la frase “non ci indurre in tentazione” era da considerare come una traduzione non buona, perché è Satana a indurre in tentazione l’uomo e non Dio.

“I francesi – aveva aggiunto Papa Francesco – hanno cambiato il testo con una traduzione che può essere letta con ‘e non lasciarci entrare in tentazione’; in effetti è l’uomo a cadere, non è Dio a spingerci verso la tentazione per poi vedere se effettivamente ci sono caduto, un padre non lo fa, un padre aiuta a rialzarsi. Chi induce in tentazione è solo Satana, quello è l’ufficio proprio di Satana”.

Sullo stesso tema è ritornato in occasione dell’incontro con i giovani avvenuto al Circo Massimo: “Nel Padre Nostro chiediamo a Dio di ‘non indurci in tentazione’ – ha detto il pontefice – Questo passaggio è stato cambiato nella traduzione italiana perché poteva risultare equivoco. Può Dio Padre 'indurre' l’uomo in tentazione?

Può ingannare i suoi figli? Sicuramente no. La traduzione appropriata è ‘Non abbandonarci alla tentazione’, impedisci a noi di fare il male, di avere cattivi pensieri; a volte le parole possono tradire il messaggio d’amore del Vangelo”.

Modifica già decisa nel 2008 ma ancora non adottata nelle chiese

In effetti la Conferenza episcopale italiana aveva già modificato la preghiera nel 2008, quando era stata ufficializzata la nuova traduzione della Bibbia: nel Padre Nostro compariva già il passaggio “non abbandonarci alla tentazione”, un testo che era stato ritenuto più idoneo e corretto, ma questa formula ancora non è stata recepita durante le funzioni religiose.

Nelle messe si recita ancora la versione tradizionale, e persino il Papa, durante le celebrazioni sia a San Pietro sia a Santa Marta, recita la formula in latino “et ne nos inducas in tentationem”.

Ora, dopo l’approvazione definitiva da parte della Cei, la nuova formula sarà adottata in tutte le chiese e recitata da tutti i cattolici italiani.

Papa Bergoglio ha da sempre nel cuore la preghiera del Padre Nostro: già il 13 marzo del 2013, appena eletto quale 266° Papa della Chiesa Cattolica, presentatosi ai fedeli dalla Loggia delle Benedizioni chiese a tutti i presenti in Piazza San Pietro di recitare questa preghiera insieme a lui. Non era mai accaduto prima che un Papa pregasse con i fedeli subito dopo aver ricevuto l’investitura da parte dei cardinali del conclave.

La nuova versione del Padre Nostro

Una volta approvata dalla Conferenza episcopale, il Padre Nostro sarà recitato con questa formula:

"Padre nostro che sei nei cieli,sia santificato il tuo Nome, venga il tuo Regno, sia fatta la tua Volontà come in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male"