Il 12 febbraio del 1944 la nave da guerra San Giorgio, in precedenza in forza alla Marina Militare Italiana e poi requisita dai soldati tedeschi, stava facendo il suo solito giro di pattuglia nell'Adriatico, quando venne sorpresa da una terribile tempesta. A bordo c'erano 52 uomini, guidati dal sottotenente di vascello Wienbeck. I soldati tedeschi evidentemente non conoscevano le insidie del fondale basso e sabbioso del mare Adriatico. Credendo di potersi salvare, e chiedere aiuto ai loro commilitoni di stanza presso il faro di Pila, fecero una manovra azzardata: entrarono nella foce del Po.

Qui però la pesante stazza non permise alla nave di proseguire: si incagliò e iniziò a sprofondare. Gli uomini che erano a bordo riuscirono tutti a salvarsi, ma la gloriosa San Giorgio no. Quel giorno ebbe fine il suo lungo e onorato servizio.

La nave fantasma

Negli anni successivi la San Giorgio divenne una sorta di nave fantasma: infatti non affondò immediatamente, ma a lungo il suo relitto rimase visibile tra le paludi della foce del Po. Alla fine rimase ben evidente solo il cannone da 76 mm che si trovava a prua. Le mitragliere di poppa erano già scomparse sotto l'acqua e la sabbia. Finché la carcassa fu visibile, i pescatori locali continuarono a frequentare il relitto della San Giorgio per portare via tutto il servibile.

Alla fine della nave non rimase che il ricordo, man mano che il mare, per via delle progressive maree, faceva innalzare il livello dell'acqua della foce del fiume. I 54 metri di lunghezza della San Giorgio, e le sue oltre 360 tonnellate di stazza, rimasero così sul fondo del fiume. La bella San Giorgio, il cui nome i tedeschi non avevano voluto cambiare poiché quel santo era caro anche a loro, costruita nel 1914 a Trieste, che aveva visto due guerre, rimase a languire tra i pesci e le alghe del Po.

Novello Indiana Jones

Questo finché il signor Luciano Chiereghin, che oggi ha 76 anni, ma in passato è stato dipendente dell'Enel, non ha ben pensato di mettersi sulle tracce della perduta San Giorgio. Chiereghin da anni si è appassionato ai cimeli della Seconda Guerra Mondiale e stavolta si era messo in testa un obiettivo ambizioso: localizzare esattamente il punto in cui la nave da guerra si era incagliata.

Grazie a scrupolosi studi storici, e con un buon apporto delle moderne tecnologie, il novello Indiana Jones è riuscito nella sua impresa. Ha infatti fatto sapere di aver localizzato, grazie all'uso del georadar, il relitto della San Giorgio, che però resta seppellito da almeno 3 metri di sabbia e tanta acqua. Insomma, il ritrovamento ha fatto notizia, ma il recupero è quantomeno improbabile, visto che comporterebbe dei costi altissimi. Ci sono ben poche speranze che la San Giorgio possa tornare a rivedere la luce, ma, chissà, forse è meglio così. Fuori dall'acqua diventerebbe presto un rudere arrugginito che prima o poi verrebbe smaltito come "rifiuto speciale". Là sotto, invece, può continuare a sognare di tempi passati in cui gli uomini combattevano con coraggio e sognavano un futuro migliore per i loro figli.