Il virus West Nile tiene banco in Emilia Romagna. La situazione più grave, attualmente, è quella che riguarda la provincia di Ferrara. Sono, infatti, stati rilevati sei casi di contagio e tre decessi. Ad occuparsi della situazione è il reparto di malattie infettive dell'Azienda Ospedaliera Universitaria della città emiliana. Il primario Marco Libanore non ha nascosto che le proporzioni della vicenda possano rappresentare una condizione endemica. Sarebbero, invece, dodici i casi di febbre West Nile nel territorio della provincia di Bologna. Il virus, secondo quanto rivela Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Ausl bolognese a Il Resto del Carlino, sarebbe stato isolato nelle campagne della pianura.
La zone più colpite sarebbero quelle di San Giovanni, Budrio, Molinella e Gallera.
West Nile: vicino ai fiumi il rischio cresce
I casi di West Nile rilevati a Ferrara sarebbero sei. Tre avrebbero portato al decesso, mentre tre riguarderebbero pazienti sotto osservazione. Si tratta di un virus che viene trasmesso da volatili "vettori", tra cui la zanzara del genere Culex. Non si tratta, tuttavia, di un fenomeno nuovo considerato che i primi casi sono stati rilevati nel 2008. Secondo quanto riportato da Libanore attraverso l'edizione on line de "Il Resto del Carlino", a favorire la diffusione del virus West Nile sarebbe stato l'inizio di un clima sub-tropicale manifestatosi con anticipo rispetto al naturale corso annuale.
Le zone tra Bologna, Ferrara, Modena e Rovigo sarebbero quelle dove prestare più attenzione, con particolare riferimento a quelle collocate alla foce di Po e Adige. Pare, infatti, che lungo l'argine del Po esisterebbero corvi o gazze (potenziali vettori del virus) su un albero ogni tre. Come spesso avviene in questi casi i soggetti più a rischio sono gli anziani o le persone immunodepresse.
Si tratta, infatti, di uomini e donne che hanno una maggiore difficoltà a generare una risposta sufficiente in fatto di anticorpi. Nella cerchia figurano naturalmente le persone che soffrono di patologie cardiache, polmonari o ischemia. Chi vive in quelle zone e partendo dalla condizione citata, qualora dovesse riscontrare febbre alta, confusione e mal di testa farebbe bene a farsi visitare prima che il virus aggredisca il sistema nervoso centrale.
Per cui è inopportuno innescare un allarmismo troppo alto, tenuto conto che nella maggior parte dei casi un individuo in Salute non riscontra grosse complicazioni determinate dalla contrazione del virus West Nile.